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domenica 4 gennaio 2015

Immigrati: dopo i barconi è l’ora dei mercantili fantasma nel Mediterraneo con i profughi dalla Siria

Analisi Difesa
Usano navi dismesse da 2-3 anni e finite, non si sa come, nella mani dell’organizzazione che gestisce l’immigrazione clandestina in Italia ed una volta impostata la rotta – o comunque dopo avere dato i rudimenti di navigazione a qualcuno dei migranti a bordo – abbandonano la nave. 

E’ il nuovo sistema usato dagli scafisti per trasportare nel nostro Paese i migranti, soprattutto provenienti dalla Siria. Un sistema usato la notte scorsa anche con il cargo Ezadeen che la Marina ha diretto al porto di Corigliano Calabro.

Una metodica già nota alla Guardia Costiera calabrese che si è trovata ad affrontare casi analoghi volte nel recente passato. “Adesso – spiegano alla Guardia costiera – è cambiata la tipologia degli sbarchi. Prima avvenivano prevalentemente nel periodo estivo e con vecchie carrette del mare. Adesso utilizzano grandi navi, anche di 100 metri, che consentono di affrontare il mare grosso invernale.

Questo avviene anche perché i profughi siriani sono disposti a pagare di più, anche 8.000 dollari a testa, ma pretendono mezzi sicuri”. La nuova metodologia per portare in Italia immigrati clandestini è molto rischiosa ma consente di aggirare la chiusura di “Mare Nostrum” che fino a ieri vedeva la Marina Militare italiana soccorrere e imbarcare sulle unità i clandestini appena al di là delle acque libiche .

La Ezadeen, priva di comando, infatti può andare a scontrarsi sulle coste ma gli SOS impongono alle autorità di intervenire e portare comunque sulle nostre coste i cargo con gli immigrati.

Inoltre espone a rischio gli operatori della Guardia Costiera costretti a salire a bordo in condizioni meteo marine spesso al limite, come nel caso del cargo Ezadeen, dove hanno dovuto calarsi dagli elicotteri. In più costituisce un problema per la gestione degli spazi nei porti.

Solo a Crotone ci sono due mercantili giunti in Italia senza equipaggio – ed altrettanti sono in Puglia – riducendo l’agibilità del porto. Tant’è – spiegano alla Guardia costiera – che uno dei motivi che ha indotto a condurre il cargo Ezadeen nel porto di Corigliano, invece che in quello di Crotone, oltre alla vicinanza, è stato la necessità di non occupare un altro spazio che avrebbe impedito l’ormeggio di navi commerciali.

Le navi ‘fantasma’, comprate a poche centinaia di migliaia di dollari ed abbandonate dagli scafisti in vista delle coste italiane dopo aver fruttato guadagni milionari ai trafficanti di esseri umani, costituiscono l’ultima trovata dei trafficanti dio esseri umani, consapevoli che le autorità italiane continueranno ad accogliere chiunque arrivi abusivamente nei pressi del territorio nazionale.

La vicenda del cargo Ezadeen, lasciato dall’equipaggio a 40 miglia al largo di Capo Leuca, “è il terzo caso che registriamo in queste ultime settimane di nave abbandonata al suo destino con centinaia di persone a bordo”.

Il monitoraggio delle Capitanerie di Porto, ha spiegato all’Adnkronos l’Ammiraglio Giovanni Pettorino (nella foto a sinistra), comandante dei reparti operativi della Guardia Costiera, ha fatto emergere questo nuovo modus operandi nelle strategie delle organizzazioni che sfruttano il traffico di migranti.

Si tratta, spiega Pettorino, di “mercantili al termine della loro vita operativa, carrette del mare acquistate a 100-150mila dollari e poi riempite di centinaia di migranti, in prevalenza di nazionalità siriana, che arrivano a pagare ciascuno anche 6mila dollari per la traversata dalle coste turche alla volta dell’Europa”.

I trafficanti arrivano così a guadagnare fino a 5 milioni di dollari per ogni viaggio “e quindi non hanno alcuna remora ad abbandonare la nave, considerando il margine di guadagno” assicurato dal business dell’immigrazione irregolare. In genere questi viaggi partono dallo scalo turco di Mersin e fanno rotta verso Capo Passero.

Le avverse condizioni meteorologiche di questi ultimi giorni avranno di certo consigliato agli scafisti di rimanere a poca distanza dalle coste greche, con il risultato che le ultime navi si sono ritrovate alla deriva tra la Calabria e la Puglia.

I trafficanti “impostano il pilota automatico e la rotta verso le coste italiane, bloccando il motore ad una velocità di circa 10 nodi”. A questo proposito, l’ammiraglio Pettorino evidenzia “il gravissimo problema per quanto riguarda la sicurezza della navigazione rappresentato da queste navi alla deriva nel Mediterraneo.

E’ una situazione molto pericolosa per le altre navi in transito”. Secondo i dati più aggiornati delle Capitanerie di Porto, dallo scorso mese di settembre la rotta dalla Turchia è stata utilizzata per 13 viaggi di navi cariche di migranti di origine siriana.

I trafficanti di uomini incassano oltre un milione di dollari dalle centinaia di migranti imbarcati in una delle “navi fantasma” lasciate al largo delle coste italiane. Questo il calcolo eseguito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), mentre il direttore dell’ufficio europeo dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati, Vincent Cochetel, ha sottolineato come il ricorso a grossi mercantili per il trasporto dei migranti rappresenti “una nuova tendenza”, anche se “rientra nell’ambito di una situazione che non è mai terminata e che non può più essere ignorata dai governi europei”.

Secondo il portavoce dell’Oim, Joel Millman i trafficanti hanno racimolato oltre un milione di dollari per ognuna delle navi cariche di migranti lasciate alla deriva negli ultimi giorni al largo delle coste italiane. Una somma più che sufficiente per finanziare il noleggio di nave ed equipaggio e per realizzare grossi profitti, ha sottolineato l’OIM.

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