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martedì 12 agosto 2014

Sud Sudan - Rapporto Unione Africana (UA) - Il conflitto è guerra contro i bambini - Dati impressionanti

MISNA
“Il conflitto attuale non è né più né meno che una guerra contro i bambini”: lo denunciano gli esperti dell’Unione Africana (Ua), in un rapporto stilato al termine di una missione in Sud Sudan per valutare l’impatto delle violenze cominciate a dicembre sulla fascia di popolazione più vulnerabile.


Dal 3 al 9 agosto, conferma alla MISNA il portavoce Eric Ngandu Abibo, gli esperti hanno visitato la capitale Juba, la città di Bor e la località di Minkaman, sede di un campo profughi sulla riva occidentale del Nilo Bianco. “Testimonianze raccolte – si legge nel rapporto – indicano che l’impatto del conflitto sui bambini negli ultimi otto mesi è stato ancora più devastante rispetto a quello di tutti e 21 gli anni dell’ultima guerra civile”.

Un giudizio, questo, motivato da denunce e prove che gli esperti hanno ascoltato e visto con i propri occhi. A Bor, il capoluogo della regione orientale di Jonglei, si riferisce di “490 corpi di bambini identificati in fosse comuni all’interno o alla periferia della città”. Drammatico anche il fenomeno dei minori privati dei genitori o che non riescono a trovarli a causa di un conflitto che in pochi mesi ha costretto circa un milione e mezzo di persone a lasciare le proprie case e villaggi.

Un’intera sezione del rapporto è dedicata poi al reclutamento di bambini-soldato, definito “un fenomeno in crescita”. Da dicembre, solo a Jonglei, i minori “rapiti” sarebbero stati 900. Secondo l’Onu, solo nei ranghi delle forze fedeli al presidente Salva Kiir i bambini-soldato sarebbero circa 9000. Al riguardo, gli esperti africani chiedono sia al governo che ai ribelli guidati da Riek Machar di rispettare impegni assunti nel giugno scorso di fronte ai rappresentanti delle Nazioni Unite.

Ma ad allarmare è anche la carestia, che secondo l’Unicef sta colpendo in vario modo quattro milioni di persone, circa il 40% della popolazione del Sud Sudan. Stando ai dati dell’agenzia delle Nazioni Unite, a rischio insicurezza alimentare ci sono anche 840.000 bambini con meno di cinque anni di età e 328.000 donne incinte o neo-mamme.

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