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sabato 30 agosto 2014

Cuba: italiano in fin di vita in carcere, condannato per tre spinelli. Un appello dei genitori

Ristretti Orizzonti
Pubblichiamo la lettera dei genitori di Giulio Brusadelli, un ragazzo romano di 34 anni ricoverato all'interno dell'ospedale psichiatrico "Juan Bruno Zayas" di Cuba, detenuto fino a pochi giorni fa nel carcere Aguadores di Santiago perché lo scorso 3 marzo la polizia lo ha trovato con 3,5 grammi di marijuana in tasca, l'equivalente di 3-4 spinelli. 
La lettera è indirizzata al senatore Luigi Manconi, presidente dell'Associazione "A buon diritto".
Gentile senatore Manconi, siamo i genitori di Giulio Brusadelli e le scriviamo da Cuba. Ieri, 28 agosto, abbiamo incontrato nostro figlio nel reparto psichiatrico dell'ospedale "Juan Bruno Zayas" vicino a Santiago, dove si trova recluso e piantonato. Giulio era in stato catatonico, visibilmente prostrato e depresso, dimagrito in maniera impressionante rispetto al suo peso abituale, incapace di pronunciare parola e di riconoscere i propri genitori. E noi stessi faticavamo a riconoscere lui.
Nostro figlio soffre da vent'anni di una sindrome bipolare, maniaco-depressiva, ma mai c'era accaduto di vederlo in una simile condizione. Fino a qualche giorno fa, si trovava detenuto nel carcere della città di Santiago, dopo essere stato arrestato perché trovato in possesso di 3,5 grammi di marijuana; e dopo essere stato condannato a quattro anni per un "traffico" del quale non risulta alcuna prova. Giulio ha commesso un errore ma non può certo, per questo motivo, rischiare di morire. E oggi, dopo averlo visto con i nostri occhi in quello stato, temiamo che ciò possa accadere.
Il nostro è un grido di aiuto che rivolgiamo a lei e alle autorità italiane affinché si chieda con urgenza al governo cubano un atto di clemenza per ragioni umanitarie: così che nostro figlio possa tornare immediatamente in Italia, essere adeguatamente curato e scontare la sua pena nel nostro paese. Prima che sia troppo tardi.

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