Centinaia di di chilometri nel deserto pagando per il passaggio di qualche camionista. Comincia così, nel continente africano, il viaggio degli immigrati che arrivano sulle coste italiane. Settimane, mesi, denaro speso e attese estenuanti, prima di rischiare la vita tra le onde del Mediterraneo e sperare di arrivare nei centri di accoglienza di Augusta, Pozzallo o Lampedusa.

E poi si riparte. A volte le auto passano per l'Egitto e da lì entrano in Libia lungo il deserto e si viene raccolti uin seguito da altri fuoristrada, questa volta gestiti da trafficanti libici, fino all'oasi di Kufrah. A questo punto non resta che comprare un passaggio verso Tripoli con qualche altro centinaio di dollari. Il viaggio in camioncini che trasportano frutta. Ma a volte il viaggo si ferma ad Ajdabiya. Qui bisogna scendere e sperare di arrivare in qualche modo a Tripoli. Ma prima di partire verso le coste del Veccho Continente si aspettano fino ad un paio di settimane nascosti in un luogo nascosto e sicuro, per altri 200 dollari.
Infine i contatti con gli scafisti che li traghetteranno in Italia, aldilà del Mediterraneo. Le tariffe variano a seconda dell'esigenza, così come le imbarcazioni, da 1.550 dollari fino a diverse migliaia soprattutto per i Siriani, ritenuti più ricchi e che si spostano con intere famiglie e più bagagli. L'ultimo raduno sulla terra ferma avviene nelle fattorie isolate, vengono sequestrati i telefonini per evitare di essere intercettati. Poi in balia delle onde del Mediterraneo. A dieci, venti miglia da Tripoli si passa sui gommoni e viene consegnato un cellulare per contattare la guardia costiera: servirà per lanciare l' 'sos', che darà il via al lavoro di recupero delle autorità italiane. L'ultimo approdo sono i centri di accoglienza, ad Augusta, Pozzallo e quest'anno anche a Lampedusa. Il resto del percorso dipende dalla nazionalità. C'è chi viene accompagnato fuori dal territorio italiano, comei nigeriani, chi resta nei Centri, chi ottiene lo status di rifugiato per poter restare nel Paese, come gli eritrei, e chi spesso parte per altre destinazioni europee, come i siriani.
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