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sabato 11 maggio 2013

Iran - Condannato a morte, viene graziato mentre stava già soffocando

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Stava per morire tramite impiccagione, condannato a morte in Iran perché accusato di aver ucciso un uomo. E gli mancava già il respiro quando un parente della vittima all’ultimo secondo ha fermato l’esecuzione.
Una persona ha fermato una condanna a morte in Iran, ha permesso a un uomo di continuare a vivere. Si tratta di un parente di un giovane agente di polizia ucciso da Vahid Zare, colui che per questo omicidio era stato condannato all’impiccagione. E il condannato a morte era arrivato sul patibolo, stava per assistere agli ultimi istanti della sua vita quando dal “pubblico” che si era radunato in città per assistere all’esecuzione si è levato un grido. “Fermatevi”: così avrebbe urlato una persona, secondo quanto riportano alcuni fonti estere che riprendono un’agenzia di stampa iraniana. L'episodio risale a mercoledì scorso: l’uomo era salito sul patibolo, terrorizzato mentre intorno a lui – nella città di Mashad – aspettavano per vederlo morire. Il boia gli aveva messo il cappio al collo, dopo qualche minuto avevano aperto la botola sotto i suoi piedi. Vahid Zare quasi non respirava più quando è stato graziato da una delle poche persone che, secondo la sharia, avrebbe potuto farlo. Ed è così che l’ormai ex condannato a morte è stato portato, vivo, in ospedale.

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