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martedì 21 maggio 2013

Arabia Saudita - Cinque yemeniti decapitati, crocifissi ed esposti al pubblico

Corriere della Sera
Ci sono Paesi dove ancora oggi i condannati a morte vengono esposti al pubblico ludibrio, letteralmente. Cinque yemeniti sono stati decapitati a Jizan nel sudest dell’Arabia Saudita. Lo ha reso noto oggi l’agenzia ufficiale Spa. I cinque stranieri avevano formato una banda specializzata in furti che aveva portato a termine svariati colpi in diverse città del Paese. Durante le rapine sono stati anche commessi degli omicidi.

Un testimone ha raccontato che i corpi dei cinque sono stati esposti in una piazza, vicino all’università. Una foto comparsa su Twitter mostra cinque corpi, con una corda legata alla vita, che penzolano da una barra di metallo tesa tra due gru. Chi ha pubblicato la foto descrive la scena come una “pubblica decapitazione a Jizan”, definita “il regno delle tenebre, di fronte a “studenti che si preparavano per un esame”.

Non è la prima volta che nel conservatore regno saudito, culla dal wahabismo (l’interpretazione più severa dell’Islam sunnita), si espongono al pubblico e persino si crocefiggono i giustiziati. Lo scorso marzo uno yemenita era stato messo sulla croce dopo essere stato giustiziato per aver rapinato, stuprato e ucciso un pakistano. In base alla sharia (la legge coranica) per numerosi crimini, inclusi lo stupro, l’apostasia, la rapina a mano armata, il traffico di droga come per l’omicidio è prevista la pena di morte.


Nel 2012 Amnesty International ha registrato almeno 79 esecuzioni, di cui almeno 27 nei confronti di cittadini stranieri. Nel 2013 sono già state 46 le persone giustiziate, tra cui Rizana la tata cingalese per cui si era mobilitato il mondo.

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