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mercoledì 24 luglio 2019

Siria - Unicef: 49.000 bambini altamente vulnerabili, sopravvissuti ad atrocità e combattimenti, chiusi nel campo di Al-Hol. Urge intervento umanitario.

Roma Sette
L’Unicef chiede a tutte le parti in conflitto in Siria di «facilitare un accesso umanitario incondizionato ovunque», per raggiungere ogni piccolo in difficoltà


Assumersi «piena responsabilità» per il reintegro dei bambini nelle comunità locali e per un «rimpatrio sicuro» nelle loro terre e facilitare un «accesso umanitario incondizionato, all’interno di Al-Hol e ovunque in Siria, per raggiungere ogni bambino che abbia bisogno di aiuto, ovunque esso sia».
 

Sono le richiesta rivolte nella giornata di ieri, 17 luglio, dall’Unicef a «tutte le parti in conflitto in Siria». Nel nordest del paese, denunciano dall’organismo internazionale, almeno 70mila persone vivono nel campo di Al-Hol; si stima che più del 90% di loro siano donne e bambini. Tra i bambini, circa 20mila sono siriani. I restanti 29mila provengono da 62 Paesi diversi, compresi 9mila dall’Iraq. La maggior parte ha meno di 12 anni. Questi bambini sono altamente vulnerabili, sono sopravvissuti a duri combattimenti e hanno visto inimmaginabili atrocità».

L’Unicef accende i riflettori sulla «difficile situazione umanitaria» che questi piccoli affrontano, «per molti ulteriormente aggravata dall’aver subito recenti esperienze di abuso o dall’essere stati costretti a combattere o a compiere atti di violenza estrema. Questi – si legge nella nota diffusa ieri – sono solo una parte di un più ampio gruppo di bambini presumibilmente associati al conflitto armato, bloccati nei campi, in centri di detenzione e orfanotrofi in Siria, soprattutto nel nordest. Molti, anche di 12 anni, sarebbero stati detenuti. Nella provincia di Idlib, nel nordovest del Paese, circa 1 milione di bambini sono stati intrappolati per mesi e mesi nel mezzo di pesanti combattimenti. Il loro destino e il loro futuro sono in bilico».

Entrando nello specifico del campo di Al-Hol, il rappresentante Unicef in Siria Fran Equiza, di ritorno da una missione sul luogo, racconta di «migliaia di ragazzi e ragazze che non hanno mai avuto la possibilità di essere soltanto dei bambini. Questi sono bambini! Meritano di ricevere cure, protezione, attenzione e servizi a i massimi livelli». Al contrario, «dopo anni di violenze, non sono desiderati, sono stigmatizzati dalle loro comunità locali o evitati dai loro governi». Per loro, e non solo, ogni giorno l’Unicef e i suoi partner forniscono circa 1,7 milioni di litri di acqua potabile e 750mila litri di acqua per uso domestico. Ma il consumo di acqua in estate cresce e dall’Unicef avvertono: sarà una sfida continuare a garantire quantità sufficienti di acqua. Di qui la richiesta di «9 milioni di dollari per continuare a fornire assistenza e supporto ai bambini e alle famiglie nei campi e ampliare le operazioni per rispondere ai loro bisogni».

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