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sabato 27 luglio 2013

Kazakistan, armi, petrolio, gas: i diritti civili possono attendere

Globalist
Gli affari di guerra e petrolio e gas tra Roma e Astana. Diritti umani, dei lavoratori, ambiente e libertà di stampa possono attendere
Mentre gli addetti ai lavori consigliano di riguardarsi il filmino della visita di Letta in Kazakistan, la prima gita da premier, l'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere, invia una richiesta urgente al Questore e Prefetto di Brescia per conoscere tipologia e destinatari delle armi recentemente esportate dalla città lombarda, capitale del distretto delle armi, verso il Kazakistan. Chiede inoltre ai parlamentari di rivolgere un'interrogazione urgente per sapere se il Governo ha autorizzato nel 2013 altre esportazioni di armi destinate alle Forze Armate, alla Polizia e alle forze di sicurezza e per sospenderle immediatamente finché non sia chiarita la situazione del trattamento dei dissidenti in Kazakistan.

L'Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere di Brescia s'è mosso a seguito della risonanza nazionale del caso della moglie dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, Alma Shalabayeva, e della figlia di sei anni, Aluy Ablyazova. Una storia sollevata per primi da noi di Popoff. Il nostro articolo è stato utilizzato per costruire la recente mozione di sfiducia al ministro di polizia Alfano restato in sella solo grazie alla pervicacia del Pd e del governo Letta.

«Il nostro osservatorio - afferma Piergiulio Biatta, presidente di OPAL - da tempo sta monitorando le esportazioni di armi dalla provincia di Brescia, in relazione alla situazione dei diritti umani nei paesi destinatari. Siamo sorpresi nel vedere che, nonostante le ripetute denunce di violazioni delle libertà democratiche e civili da parte delle forze dell'ordine kazake, continuano le esportazioni di armi verso quel paese dall'Italia e soprattutto da Brescia, la provincia in cui si concentra la maggior produzione di armi italiane».

Sono molteplici e di lunga data le violazioni messe in atto dal regime del presidente kazako, Nursultan Nazarbayev fin dall'ascesa al potere del suo partito nel dicembre 1991. Come riportato tra gli altri da Amnesty International, nel dicembre del 2011 le Forze dell'ordine intervennero per reprimere brutalmente le manifestazioni nella città petrolifera Zhanaozen: almeno 15 persone furono uccise e oltre 100 gravemente ferite dalle forze di sicurezza. Decine di persone vennero arrestate, imprigionate in celle sotterranee e sovraffollate delle stazioni di polizia e torturate - riporta Amnesty International.

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I siti internazionali ricordano quando, nell'agosto del 2007, il governo kazako ha avviato la rinegoziazione degli accordi di sfruttamento del mega giacimento di Kashagan si mossero tutti i livelli della diplomazia europea e nazionale per evitare che il giacimento passasse in mano russa o cinese. Infatti vinse un consorzio guidato da Eni, i cui costi complessivi sono stati stimati lo scorso anno a 187 miliardi di dollari. Nell'ottobre 2007, Romano Prodi e Emma Bonino (allora ministro del Commercio con l'Estero) hanno guidato una delegazione di oltre 200 industriali italiani, partecipando al Forum Economico Italia-Kazakistan ad Astana, organizzato assieme ad Abi e Confindustria. A margine dell'evento hanno "visitato" assieme a Paolo Scaroni (anche allora ad Eni) il giacimento di Kashagan. Come ricorda Elena Geremizza su Recommon: L'Italia ha sostenuto l'entrata del Kazakistan nell'organizzazione mondiale del commercio e la candidatura del paese alla presidenza Osce
, mentre, durante il governo Berlusconi, ha firmato in un sol colpo 14 accordi economici bilaterali con il paese. Il tutto in occasione della visita a Roma di Nazarbayev, che Berlusconi definì «un caro amico».


Petrolio e gas per miliardi di barili e metri cubi vincono sui ripetuti appelli di Amnesty International e Human Rights Watch. L'ambiente, i diritti umani, quelli dei lavoratori e la libertà di stampa restano al palo. Kazakistan, l'Azerbaigian e il Turkmenistan sono partner strategici europei per l'approvvigionamento del gas, mentre la stessa Commissione europea sta negoziando il primo accordo multilaterale per il gasdotto Trans Caspian per la fornitura di gas kazako e turkmeno.
di Checchino Antonini 

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