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martedì 4 dicembre 2018

Venezuela: detenuti politici in balia di violenze e torture e della situazione di crisi perenne. Continue violazioni dei diritti umani

Osservatorio Diritti
Mentre il Venezuela subisce un'inflazione da record, l'economia è in crisi e sempre più venezuelani emigrano, peggiora anche la situazione dei detenuti. Soprattutto per chi è accusato di crimini politici, a volte vittime di tortura. La Commissione interamericana insiste con Maduro per entrare nel paese, ma ad oggi mancano risposte.

Il corpo di Fernando Albán è stato ritrovato senza vita lo scorso 8 ottobre, sfracellato sull’asfalto della centrale Plaza Venezuela a Caracas, dopo un volo di dieci piani dalla sede del Servicio Bolivariano de Inteligencia (Sebin), i servizi segreti venezuelani. Fernando Albán, consigliere del partito di opposizione Primero justicia (Pj), era accusato di aver partecipato all’attacco con droni contro Nicolas Maduro dello scorso agosto.

Secondo la versione ufficiale del governo, riportata anche dalla CNN, durante gli interrogatori che si svolgevano al decimo piano della sede del Sebin, Fernando avrebbe chiesto di andare al bagno e da lì si sarebbe suicidato lanciandosi dalla finestra. Secondo l’opposizione, invece, Fernando Albán è stato barbaramente ucciso dal regime di Maduro, defenestrato dal decimo piano dagli agenti del Sebin.
La Commissione insiste con Maduro per entrare in Venezuela e verificare la situazione dei detenuti

La morte di Albán apre la discussione sulle condizioni di detenzione dei detenuti politici e sui mezzi utilizzati durante gli interrogatori. Bastonate, scariche elettriche, sacchetti di plastica in testa, inalazione forzata di pesticidi, denti rotti col calcio della pistola: i racconti e le leggende che girano attorno ai metodi della polizia bolivariana fanno temere che nel paese siano in corso gravi casi di torture e violazioni dei diritti umani.

In reazione alle sollicitazioni e denunce ricevute, la Commissione interamericana per i diritti umani (Cidh) ha raddoppiato la pressione e lo scorso 4 ottobre ha chiesto nuovamente al governo di Maduro di entrare nel paese per monitorare le condizioni di detenzione nelle prigioni nazionali, in particolare dei reclusi per cause politiche. L’accesso alla Commissione interamericana viene negato da oltre 7 anni e il timore è che le condizioni reali di detenzione siano peggiori di quanto emerge dalle denunce.

Samuel Bregolin


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