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venerdì 13 dicembre 2013

Immigrazione: Australia; Amnesty International condanna la detenzione inumana sulle isole Manus

Ansa
Amnesty International non ha dubbi: il centro di detenzione per richiedenti asilo giunti via mare, stabilito dall'Australia nell'isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, è crudele, inumano, degradante e in violazione delle convenzioni contro la tortura. 

E' quanto emerge da un rapporto dettagliato dell'organizzazione. Il centro è praticamente inaccessibile ai giornalisti da quando è stato aperto lo scorso anno, ma tre ricercatori di Amnesty, accompagnati da interpreti, vi sono stati ammessi per una settimana il mese scorso.

Il rapporto traccia un quadro desolante della vita dei circa 1.100 uomini che vi sono rinchiusi e solleva in particolare diversi casi, fra cui il trasferimento nel centro per errore di minori non accompagnati, la mancanza di trattamento medico adeguato ai disabili e cattive condizioni in certe parti del campo in violazione della convenzione Onu contro la tortura. 

E sostiene che la mancata valutazione delle domande di asilo è intesa a incoraggiare i richiedenti asilo a tornare nel paese di origine. "Il personale medico ci ha riferito che oltre il 30% dei detenuti ora ha problemi di salute mentale.

Abbiamo parlato con persone che hanno espresso il desiderio di autolesionismo e anche di suicidio. Qualcuno ha detto che vorrebbe essere morto in mare". E' il secondo rapporto in meno di un mese che identifica una serie di violazioni dei diritti umani nel regime di detenzione in isole del Pacifico, a Manus e nel minuscolo stato-isola di Nauru. 

In novembre ispettori dell'agenzia dell'Onu per i profughi hanno denunciato come "inumani" i due centri di detenzione, affermando che mirano ad agire da deterrente piuttosto che verificarne lo status di profughi in condizioni "sicure e dignitose".

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