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mercoledì 4 maggio 2016

Londra, gli negano asilo: si suicida l'interprete afghano che servì l'esercito inglese

La Repubblica
Il 29enne Nangyalai Dawoodzai era fuggito dal suo Paese, perché minacciato di morte dai Talebani, ed era arrivato nel Regno Unito approdando in Italia, passando dalla Turchia. È l'effetto della politica del "rigore" che Cameron sta applicando rifiutando rifugiati approdati in altre nazioni

Londra - Aveva servito come interprete dell'esercito britannico in Afghanistan, e lo aveva fatto "con onore" secondo le note di merito. Ma nemmeno questo è bastato: Nangyalai Dawoodzai, 29 anni, si è suicidato - scrivono i media britannici - dopo essersi visto negare dal governo di David Cameron l'asilo nel Regno Unito in nome del 'rigore' sull'immigrazione.

Epilogo che lord Paddy Ashdown, esponente liberaldemocratico che aveva cercato vanamente d'intercedere per lo sfortunato afghano, ha bollato come frutto della "vergognosa politica" dell'esecutivo conservatore. Dawoodzai - fuggito dal suo Paese poiché minacciato di morte dai Talebani - ha 'pagato' l'essere approdato (via Turchia) in Italia. 

Quindi la chiusura automatica della porte della Gran Bretagna, visto che il gabinetto Cameron rifiuta di accettare qualunque rifugiato sbarcato in un altro Paese europeo e qualsiasi suddivisione di quote di migranti all'interno dell'Ue. Regola ferrea fatta già valere per altri 3 interpreti delle forze di Sua Maestà, respinti da Londra - svela il Daily Mail - dopo essere giunti in Ungheria, Austria e Bulgaria

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