Pagine

venerdì 27 maggio 2016

Il nipote di Mirò vende le opere all'asta e dona il ricavato ai migranti: "Avrebbe voluto così"

HuffingtonPost
"Mi considero solo un esecutore delle sue volontà e voglio fare ciò che lui stesso avrebbe fatto se fosse ancora vivo". Con queste semplici parole il nipote del pittore spagnolo Joan Miró ha giustificato la decisione di donare l'intero importo di una vendita all'asta di 28 opere del celebre artista ai rifugiati.


La vendita ha fruttato oltre 47 mila e 600 sterline (circa 61 mila e 600 euro), come ha annunciato la casa d'aste Christie's. Questa somma supera le stime, doveva essere donata alla Croce Rossa. "Miró ha affrontato molte prove nella sua vita. Ha sperimentato la fame, l'esilio durante la guerra civile spagnola, la seconda guerra mondiale e conosceva bene la desolazione dei campi profughi".

Esiliato a Parigi durante la guerra civile spagnola tra il 1936 e il 1939, Miró, simpatizzante repubblicano, aveva seguito da vicino il destino dei rifugiati spagnoli in fuga dal regime di Franco. "Ha sempre voluto aiutare poveri, i rifugiati e gli esuli. Se fosse stato ancora vivo, avrebbe preso in considerazione che ciò che sta accadendo in Siria oggi potrebbe accadere domani in Spagna", ha detto ancora Punyet.

Dal momento dell'inizio del conflitto in Siria nel 2011, più di 4,8 milioni di rifugiati hanno lasciato il Paese e contribuito ad alimentare la più grave crisi migratoria dalla seconda guerra mondiale. Secondo l'Onu, circa 60 milioni sono rifugiati e sfollati in tutto il mondo. Miró, che morì nel 1983, all'età di 90 anni, aveva motivi personali per essere grato alla Croce Rossa.

Un medico della organizzazione umanitaria internazionale aveva salvato la gamba di sua figlia, la madre di Joan Miro Punyet, quando era stata gravemente ferito in un incidente d'auto nel 1965. "Mio nonno ha fatto un arazzo per la Croce Rossa come ringraziamento".

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.