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martedì 5 aprile 2016

Profughi, Sant’Egidio: “Non muri ma corridoi”

www.santegidio.org
Nel giorno dei primi rimpatri dalla Grecia, Sant’Egidio e Chiese Evangeliche annunciano l’arrivo di altri 150 siriani dal Libano entro aprile con i #corridoiumanitari

Nel pomeriggio del 4 aprile, invitati dalla Stampa Estera, il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo e il presidente delle Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Luca Maria Negro, hanno annunciato l’arrivo di altri 150 profughi siriani dal Libano grazie al progetto dei “corridoi umanitari”. Giungeranno a Fiumicino con un volo di linea, senza rischiare la vita nei viaggi sui barconi nel Mediterraneo, con il rilascio di visti regolari da parte dello Stato italiano.

L’annuncio è stato fatto nella sede della Stampa Estera, davanti a numerosi giornalisti delle testate straniere presenti in Italia, proprio nel giorno in cui in Grecia cominciano i rimpatri dei profughi, decisi dall’accordo dell’Unione Europea con la Turchia. 

Ha detto Impagliazzo
“Oggi è un giorno triste per l’Europa che in questo modo deroga alla sua responsabilità di fronte ai principi di accoglienza e di protezione umanitaria per persone che fuggono dai conflitti e dalla violenza. Il progetto dei corridoi umanitari dimostra il contrario: invece dei muri, delle sofferenze ingiustamente inflitte a migliaia di persone che hanno diritto ad essere ospitate perché in pericolo, si offre la possibilità di giungere in Italia in modo sicuro per sé e per tutti. E’ una risposta all’insegna dell’umanità e dell’efficacia perché inaugura una felice collaborazione tra istituzioni e società civile che facilita l’integrazione e produce anche risparmi per la collettività”.

Per ora infatti i corridoi umanitari sono totalmente autofinanziati. Si è calcolato che per ogni rifugiato la Comunità di Sant’Egidio e le Chiese evangeliche (grazie anche all’otto per mille valdese) spendono una media di 20 euro al giorno, quindi meno rispetto agli oltre 30 euro versati dallo Stato.

Il progetto funziona al momento solo in Italia, ma il suo successo – fanno notare i promotori - sta aprendo la strada alla sua replicabilità anche in altri Stati europei. Esistono già contatti con alcuni Paesi come Spagna, San Marino, Germania e Francia.

I corridoi umanitari, i primi in Europa, sono stati ideati attuando alcuni articoli del regolamento europeo che consentono il rilascio di visti umanitari, e avviati grazie ad un accordo firmato con lo Stato italiano (ministeri degli Esteri e dell’Interno).

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