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sabato 2 aprile 2016

Persecuzione anti-gay in Tunisia, un appello dall’Italia

Il Manifesto
Dieci persone, tra cui anche alcuni giovani sotto i 20 anni, sono state arrestate giovedì scorso a Tunisi pare sulla base dell’articolo 230 del codice penale tunisino, che condanna la «sodomia» con una pena fino a tre anni di carcere. Tra gli arrestati, ci sono anche tre ragazzi che erano già stati condannati e poi liberati per lo stesso «reato» passando alcuni mesi in carcere, dove avevano subito grotteschi «test anali» e violenti abusi dalle guardie e dagli altri detenuti. La possibilità che i giovani finiscano nel carcere di Mornaguia, tra i più famigerati di tutta la Tunisia, mette a grave rischio anche la loro incolumità fisica.
Non è concepibile che un paese che ha fatto una rivoluzione per liberarsi da una dittatura, perseguiti qualcuno non per quello che fa ma per quello che è: arrestare un gay, condannarlo perché è gay, liberarlo e poi arrestarlo di nuovo perché continua a essere gay è più che paradossale.

Nessuno nega che il percorso per la democrazia sia difficile e lento, anzi: lo stesso fatto che si venga a conoscenza di ciò che accade è un segnale che le cose stanno cambiando e che nella società tunisina si è aperto un dibattito molto positivo proprio perché venga abolito l’articolo 230 del codice penale che punisce la «sodomia».

Tuttavia è altrettanto evidente che, per l’ennesima volta nella storia, la persecuzione delle persone LGBTI viene usata da forze politiche vicine all’integralismo religioso per ottenere consensi sulla massa meno secolarizzata mettendo in difficoltà i laici.

Come cittadine e cittadini che hanno a cuore i diritti e la libertà di ogni essere umano non possiamo accettarlo né temporeggiare: vogliamo che si arrivi a una soluzione nel più breve tempo possibile.

Dobbiamo agire per aiutare i giovani in carcere a difendersi, e perché il messaggio arrivi chiaro anche allo Stato tunisino: una tale concezione dei diritti umani esclude totalmente la Tunisia dai paesi democratici e, come sottolinea anche Human Rights Watch, il governo deve subito prendere provvedimenti perché non si ripetano abusi sugli omosessuali da parte delle forze dell’ordine e perché venga immediatamente abolito un articolo così discriminatorio e lesivo della dignità delle persone.

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