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mercoledì 21 ottobre 2015

Etiopia ‘El Nino’ e l’insicurezza alimentare, più di 7 milioni a rischio

MISNA
“I fondi stanziati dalla comunità internazionale non sono arrivati in tempo a prevenire il fenomeno, ma la situazione è ora sotto controllo”: con queste parole il ministro dell’Informazione di Addis Abeba, Redwan Hussein, ha cercato di ridimensionare gli allarmi sollevati da varie agenzie non governative sull’emergenza alimentare in corso nel paese.
Dal canto suo, il primo ministro Hailemariam Dessalegn ha annunciato che il governo ha stanziato l’equivalente di 20 milioni di dollari per rispondere all’emergenza siccità. “Il problema potrebbe persistere per i prossimi sei mesi”, ha detto Desalegn citato dall’agenzia di stampa statale Ena.

A suscitare le preoccupazioni degli operatori umanitari, Onu in primis, la scarsità di piogge causata dal fenomeno climatico ‘El nino’, presentatosi quest’anno con particolare intensità. Secondo dati aggiornati, sarebbero circa 7 milioni e mezzo le persone a rischio insufficienza alimentare nel paese; una cifra raddoppiata dallo scorso agosto.

“Se non si farà nulla per contrastare l’emergenza, l’anno prossimo il numero potrebbe raggiungere la cifra record di 15 milioni di persone in urgente carenza alimentare. Più di quelle causate dalla guerra in corso in Siria” sottolinea il rapporto dell’Ufficio per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha).

Inoltre, secondo il sistema di allerta precoce della carestia (Fews net) “quest’anno continuano a crescere i casi di morte del bestiame che, unitamente a raccolti insufficienti, rischiano di mettere in grave difficoltà le famiglie”.

Secondo paese più popoloso dell’Africa, con circa 95 milioni di abitanti, l’Etiopia non è nuova ai fenomeni della carestia e dell’insicurezza alimentare. Nonostante costituisca una delle economie in più performanti del continente, con tassi di crescita a due cifre e un hub privilegiato degli investimenti stranieri, il paese presenta profonde disuguaglianze sociali, con oltre 20 milioni di cittadini che vivono con meno di un dollaro e 25 centesimo al giorno.

Le zone più a rischio sono la regione orientale dell’Afar e la cosiddetta regione Somala nel sud-est del paese, come pure l’est e il centro dell’Oromia.

[AdL]

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