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giovedì 15 ottobre 2015

Capovilla compie 100 anni: «I rifugiati a Sotto il Monte, il regalo più grande»

Vatican Insider
lI cardinale già segretario di Giovanni XXIII nel giorno del suo centesimo compleanno racconta a don Nandino Capovilla: «Incontrarli ieri né stato emozionante come la notte dell’apertura del Concilio, con loro si apre un mondo nuovo». Gli auguri del Papa e di Mattarella


«Il regalo più grande me l’hanno fatto ieri, portandomi i dodici rifugiati accolti in paese». Compie cent'anni oggi il cardinale Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII e tuttora a Sotto il Monte memoria vivente del suo pontificato. Compie cent'anni ma lo sguardo non è affatto rivolto al passato; continua anche lui a scrutare i «segni dei tempi» che oggi hanno anche il volto dell'umanità migrante.

A rivelarlo è un amico che con lui oltre alla città d'origine condivide anche il cognome: don Nandino Capovilla, sacerdote del patriarcato di Venezia, protagonista di tante campagne per la pace con Pax Christi Italia. Sul suo profilo Facebook don Nandino oggi riporta la risposta del cardinale Capovilla ai suoi auguri per questo compleanno importante. E in queste parole il presule che papa Francesco ha voluto elevare alla dignità della porpora nell'ultimo Concistoro racconta - appunto - dell'incontro avvenuto ieri a Sotto il Monte con un gruppo di rifugiati.
«È stato emozionante - spiega - come la notte dell’apertura del Concilio, perché mi sembra che se per me si chiude la vita, con loro si apre un mondo nuovo. Sapessi Nandino… li ho abbracciati uno ad uno a lungo, piangendo, come fossi la loro madre. Ho detto loro che l’onore dell’Italia non è averli accolti e non averli respinti in mare, ma avere uomini e donne che li accolgano nelle loro città e nelle loro case. E vedere che li amano come loro figli!».
I rifugiati a cui si fa riferimento, fanno parte di un gruppo di una sessantina di richiedenti asilo che sono ospitati da agosto a Sotto il Monte, il paese natale di papa Giovanni, in provincia di Bergamo, dove il cardinale Capovilla ha scelto di risiedere nel 1988 dopo aver lasciato la guida del santuario di Loreto. Si trovano in un luogo anche questo speciale: sono ospitati proprio in un'ala dell'ex seminario che papa Giovanni chiese ai missionari del Pime di aprire nella sua casa natale. Aveva a cuore che anche nella sua piccola Sotto il Monte restasse un segno dell'apertura della Chiesa al mondo intero. Da diversi anni - però - quel seminario era rimasto vuoto: il calo delle vocazioni ha convinto il Pime a riunire la formazione teologica dei futuri missionari in un'unica struttura a Monza. Anche se i missionari - fedeli al mandato di Giovanni XXIII - a Sotto il Monte continuano a promuovere tante attività di animazione missionaria.
Poi, però, sono arrivati gli appelli di papa Francesco sulle strutture vuote degli enti ecclesiastici; e anche una richiesta specifica del prefetto di Bergamo, nei giorni più caldi dell'emergenza migranti di questa estate. Così l'ala immediatamente utilizzabile dell'ex seminario è stata affidata dal Pime alla Caritas di Bergamo, che nel giro di poche ore vi ha aperto un Centro di accoglienza che ospita attualmente 63 richiedenti asilo. 

Si tratta di uomini, quasi tutti molto giovani, provenienti da dieci diversi Paesi dell'Africa e dell'Asia, in buona parte sbarcati in Sicilia da poche settimane. Musulmani e cristiani che insieme, dopo essere fuggiti dalla guerra o dalla povertà, vivono nella casa di papa Giovanni. Accolti anche dall'amministrazione comunale di Sotto il Monte e da alcuni volontari, grazie ai quali è stato possibile aprire una scuola di italiano. Il tutto con discrezione, senza ostentare nulla («Vogliamo che siano accolti, non tenerli in esposizione...», spiega padre Castrese Aleandro, missionario da poco rientrato dal Brasile e oggi rettore della Casa del Pime di Sotto il Monte). Profezia anche in questo stile di quella Pacem in Terris che Roncalli annunciò nella sua storica enciclica.

E in giornata, al cardinale Capovilla è giunta l’affettuosa telefonata di auguri da parte del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Papa Francesco ha inviato un telegramma nel quale si legge tra l’altro:«Al caro fratello Cardinale Loris Francesco Capovilla che loda e ringrazia Cristo sommo ed eterno Sacerdote nella lieta ricorrenza del centesimo compleanno, rivolgo fervidi auguri e, in segno di viva riconoscenza per il lungo e fedele servizio reso al Vangelo e alla Chiesa, invoco dal Signore, per intercessione di Maria Regina Apostolorum e di San Giovanni XXIII, una rinnovata effusione di doni e di ricompense celesti sulla sua venerata persona».
Giorgio Bernardelli

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