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domenica 19 gennaio 2014

Carcere - Intervista Leva (PD): «Bene le riforme ma servirà anche l’amnistia»

Avvenire
«Abbiamo il dovere politico e morale di portare a termine il lavoro iniziato in questi mesi. La scadenza del 28 maggio fissata dalla Corte di Strasburgo dev’essere vissuta come un’occasione imperdibile per ridisegnare il sistema delle pene e rendere più umani gli istituti penitenziari. È una battaglia di civiltà, non un mero adempimento burocratico...». Deputato del Pd e già responsabile giustizia del partito, Danilo Leva sostiene con forza la necessità di porre fine, adoperando tutti gli strumenti necessari, alla drammatica situazione delle carceri: «Bisogna varare subito gli interventi strutturali al vaglio delle Camere, che incideranno in maniera significativa sul sovraffollamento carcerario, introducendo innovazioni legislative - afferma -. Mi riferisco alla liberazione anticipata "speciale", alle misure alternative, all’istituto della messa alla prova e alla riforma della custodia cautelare. Sono provvedimenti ancora in itinere che bisogna portare a compimento nelle prossime settimane...».

Basteranno, secondo lei, a far scendere entro maggio i 62mila detenuti ora in carcere alla capienza regolamentare di 48mila?
Incideranno, ma rischiano di non essere sufficienti. Perciò diventa ineludibile affrontare il tema di un provvedimento straordinario di clemenza. Una forza riformista come il Pd non può indietreggiare, svilendo tali ragionamenti con atteggiamenti pregiudiziali che richiamano altre culture politiche...

Nel suo partito c’è chi non la pensa così. Il nuovo responsabile giustizia, la renziana Alessia Morani, esclude che indulto e amnistia siano nell’agenda del Pd...
Lungi da me l’idea di suscitare polemiche, ma resto convinto che nel Pd ci siano diverse sensibilità. Un minuto dopo il messaggio di ottobre del capo dello Stato, dicemmo: prima le riforme strutturali, poi valuteremo la necessità di un provvedimento straordinario di clemenza. Io credo che siamo arrivati a questo punto e va fatta una valutazione. Personalmente, ritengo che sia necessario anche un provvedimento di clemenza. Quando si affrontano certi temi, serve più coraggio e meno cinismo...

Non c’è il timore, nel suo e in altri partiti, che amnistia e indulto possano essere elettoralmente "impopolari"?
Ci sarà pure questo timore, ma in politica le battaglie si fanno quando e perché sono giuste.

C’è chi, come la Lega e M5S, insiste: costruiamo nuove carceri. Sul fronte dell’edilizia penitenziaria si può fare ancora qualcosa, magari ripristinando in economia alcuni istituti in disuso?
Bisogna ragionare a 360 gradi, sulla base del messaggio del presidente della Repubblica, e dunque anche esplorare tale possibilità. Certo, in tempi di ristrettezze di bilancio, bisogna accertare quali siano i reali spazi d’intervento. E d’altro canto, non si crea maggiore sicurezza solo inasprendo le pene o aumentando il numero dei penitenziari: è solo propaganda.

Ma la Lega protesta, chiedendo di non abolire il reato d’immigrazione clandestina...
Ancora oggi ci sono posizioni politiche, e relative polemiche, che cedono a rigurgiti medievali. Noi non stiamo in quel solco. La Bossi-Fini non ha risolto i problemi che si proponeva di affrontare. E il reato d’immigrazione clandestina è una norma inutile, oltre che particolarmente odiosa.

Intanto il 28 maggio s’avvicina: il rischio di un diluvio di richieste di risarcimento per condizioni detentive non dignitose, potrebbe costare allo Stato centinaia di milioni di euro...
Il rischio di una esorbitante "mannaia" risarcitoria esiste, non c’è dubbio. Ma l’aspetto più importante riguarda la dignità delle persone detenute.

Vincenzo R. Spagnolo

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