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sabato 23 novembre 2013

Viterbo: detenuto al regime 41bis in attesa di giudizio tenta il suicidio, salvato dagli agenti

Quotidiano della Calabria
Leone Soriano ha tentato di uccidersi impiccandosi con delle lenzuola attorcigliate nel carcere di Viterbo dove è detenuto sotto regime di 41bis in attesa del giudizio in corso presso il tribunale di Vibo Valentia. Soriano è considerato il capo di una delle cosche più attive e feroci del vibonese. Un cappio al collo con le lenzuola attorcigliate.
Appigliato alle sbarre della cella, s'è lasciato cadere. Un suicidio sventato grazie al tempestivo intervento della Polizia penitenziaria. Leone Soriano, presunto boss dell'omonimo clan egemone a Pizzini di Filandari, ha tentato di togliersi la vita nella notte tra l'8 e il 9 novembre. In regime di custodia preventiva da due anni, è sottoposto al 41bis, nel supercarcere di Viterbo, sin dal gennaio del 2012.

È imputato, con l'accusa di essere il presunto promotore di una delle consorterie 'ndranghetiste più spavalde dell'entroterra vibonese, nel processo denominato "Ragno" il cui dibattimento viaggia spedito davanti al Tribunale di Vibo Valentia.

Una relazione sul tentativo di suicidio è stata trasmessa dall'amministrazione penitenziaria al Tribunale di Vibo Valentia. Gli avvocati Diego Brancia e Salvatore Staiano - difensori di Leone Soriano, che avevano già inoltrato al ministro dell'Interno Angelino Alfano istanza di revoca della misura che sottopone l'imputato al carcere duro - informati dell'accaduto dal loro assistito hanno depositato la richiesta al collegio giudicante affinché venga nominato un consulente medico-legale chiamato pronunciarsi sulla compatibilità delle sue condizioni di salute con la detenzione. 

Tale richiesta, depositata nei giorni successivi al tentativo di suicidio, è stata corredata con alcune perizie - sia di parte, sia redatte da consulenti nominati da autorità giudiziarie diverse dal Tribunale di Vibo - dalle quali, rileva la difesa, si evince l'aggravio delle condizioni di salute del detenuto che sarebbe affetto da una grave forma di depressione. Leone Soriano, secondo le ulteriori contestazioni mosse a suo carico nel processo "Ragno", sarebbe il mandante di una serie impressionante di estorsioni, consumate e tentate, attentati, danneggiamenti, violenze, intimidazioni e minacce.

di Pietro Comito

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