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sabato 2 novembre 2013

Australia - Respinti i profughi ma per il governo è un successo

MISNA
Un successo, il piano di respingimento dei boat-people in navigazione verso le coste australiane, per il premier Tony Abbott. Operazioni affidate alla responsabilità dei militari e per questo non divulgabili nei dettagli, ma che hanno portato oggi il primo ministro a dichiarare: “La diga è chiusa, le barche stanno fermandosi”.
In carica dal 18 settembre, il premier aveva puntato molto in campagna elettorale sulla promessa di interrompere il crescente flusso di profughi verso il suo paese. Per questo, una volta eletto, aveva accentuato le misure preventive che prevedono il respingimento delle imbarcazioni verso i paesi di provenienza o verso l’Indonesia da dove abitualmente tentano l’ultimo passaggio verso l’Australia. Nei casi in cui questo non fosse possibile, è previsto l’arresto e l’invio dei boat-people nei centri offshore dell’isola di Manus in Papua-Nuova Guinea e in quello di Nauru. Affidando inoltre le operazioni di individuazione e di fermo alle Forze armate.

“Il cammino sarà ancora lungo – ha detto oggi Abbott – ma sono compiaciuto di poter dire che le barche stanno fermandosi, arrivano ora a un ritmo del 10% rispetto a quanto succedeva con il precedente governo fino a luglio”. Secondo i dati del premier, gli arrivi che sotto la precedente amministrazione laburista avevano raggiunto i 50.000 all’anno sono ora ridotti drasticamente.

Dati in linea con quanto comunicato venerdì scorso nel suo rapporto settimanale dal ministro dell’Immigrazione, Scott Morrison, secondo cui solo due imbarcazioni erano state intercettate la scorsa settimana e solo una in quella precedente.

Questo mese l’Australia ha firmato un accordo con la Malesia che blocca nel paese molti – circa la metà dei profughi complessivi – che qui arrivavano dal Medio Oriente e l’Asia meridionale prima di ripartire verso l’Indonesia e l’Australia.

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