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martedì 26 gennaio 2016

Obama vieta isolamento in carcere per giovani con reati minori. Corte Suprema no ergastolo per i minori

La Repubblica
E la Corte suprema stabilisce la retroattività della legge che proibisce l'ergastolo per i minorenni

Washington - In un intervento apparso sul Washington Post, il presidente Usa Barack Obama ha annunciato una serie di azioni esecutive che vietano nelle prigioni federali di punire con il regime di isolamento i giovani detenuti che hanno commesso reati minori. Le nuove norme mirano anche ad espandere il trattamento per i prigionieri mentalmente malati. Secondo Obama, la prassi dell'isolamento è usata eccessivamente e comporta devastanti conseguenze psicologiche che minano anche il reintegro nella societa'.

La riforma, che dovrebbe interessare circa 10 mila di carcerati, arriva sei mesi dopo che Obama, come parte di una più ampia riforma della giustizia penale, aveva ordinato al ministro della giustizia di studiare come è usato l'isolamento dal sistema penitenziario. "Come possiamo sottoporre i prigionieri ad un isolamento non necessario, conoscendo i suoi effetti, e poi aspettarci che tornino nelle nostre comunità come persone integre?", scrive Obama. "Questo non ci rende più sicuri. E" un affronto alla nostra comune umanita'", aggiunge. L'iniziativa viene vista come un altro tentativo del primo presidente afro-americano di affrontare delicate questioni legate alla razza e alla giustizia criminale prima di concludere il suo secondo mandato. Spero, ha spiegato, che tali riforme a livello federale servano come modello agli Stati per ripensare le loro norme in materia. Un crescente numero di studi dimostra una connessione tra prigionieri che hanno vissuto l'esperienza dell'isolamento e tassi più alti di recidività.

Intanto c'è stata oggi un'importante decisione della Corte costituzionale americana in materia di detenzione dei minori. Può applicarsi retroattivamente la sentenza della corte suprema Usa del 2012 che vieta come anti costituzionale il carcere a vita per un minore: lo ha deciso la stessa corte, accogliendo il ricorso di un detenuto che aveva 17 anni quando uccise un vice sceriffo in Lousiana. La decisione apre una speranza a numerosi prigionieri condannati all'ergastolo prima del 2012 per un crimine commesso quando non avevano ancora la maggiore età

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