Pagine

martedì 31 marzo 2020

Coronavirus - “Pieni poteri a Orban”, allarme in Ungheria: sospensione elezioni, carcere per la "disinformazione", nessuna scadenza allo stato di emergenza. E' un golpe!

La Stampa
Il Parlamento approva le contestate misure anti-virus. Anche i nazionalisti di Jobbik: «È un colpo di Stato»

Stato di emergenza a tempo indeterminato, poteri straordinari a Viktor Orbán, sospensione immediata delle elezioni, carcere per chi fa disinformazione sull’epidemia o sul governo. Sono questi i punti salienti del pacchetto di misure anti-coronavirus approvato ieri dal parlamento ungherese (138 voti favorevoli, 53 contrari) che di fatto lascia carta bianca al premier magiaro ultranazionalista: da oggi Orbán potrà governare per decreto, da solo e senza contestazioni.


Respinta con perdite la mozione dell’opposizione che chiedeva di inserire nel testo di legge almeno un limite temporale di 90 giorni allo stato di emergenza. 

La paura è, ovviamente, che il governo non revochi le misure neppure quando la pandemia sarà sconfitta e che la sospensione della normale pratica costituzionale in Ungheria sarà sine die. D’altronde i timori paiono fondati, visto che uno stato d’emergenza legato alla crisi dei migranti, voluto da Orbán nel 2015, è tuttora in vigore.

Vent’anni al potere
La mossa del premier magiaro arriva come coronamento di una strategia cominciata nel 2010, all’indomani delle elezioni (stravinte) che gli hanno consegnato il Paese. Orbán ha gradualmente esteso il suo potere, incurante dei moniti di Unione europea, comunità internazionale e associazioni dei diritti umani, preoccupati della progressiva erosione dello stato di diritto. 

Le nuove disposizioni prevedono in particolare che il premier possa prolungare indefinitamente lo stato di emergenza in vigore dall'11 marzo scorso, a sua discrezione e senza chiedere il voto del parlamento: questo rende possibile la sospensione per decreto di alcune leggi e l'introduzione di misure straordinarie se queste garantiscono la salute, la sicurezza personale e materiale e l'economia. Inoltre chi diffonderà «notizie false» sul virus o sulle decisioni del governo rischia fino a 5 anni di prigione: negli ultimi giorni, sono stati i pochi giornali indipendenti rimasti ad essere accusati dal governo di diffondere informazioni fasulle che potrebbero provocare «disordini sociali» e «impedire la protezione della popolazione».

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.