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venerdì 21 ottobre 2016

Iran: dopo 6 anni libero il pastore protestante condannato per crimini contro lo Stato

asianews.it
Behnam Irani ha scontato i sei anni di carcere previsti dalla condanna ed è stato rilasciato. In cella avrebbe subito abusi e maltrattamenti. Condannato a 10 anni un imprenditore statunitense di origini iraniane. Secondo l'accusa ha "collaborato" con Washington.


Behnam Irani
Dopo aver trascorso sei anni nelle carceri iraniane, il pastore protestante Behnam Irani è tornato in libertà e ha lasciato la sua cella nel carcere di Ghezel Hesar, la più grande del Paese circa 20 km a nord-ovest di Teheran. Secondo quanto riferiscono ambienti della comunità religiosa di appartenenza, l'uomo avrebbe scontato per intero i termini della pena e per questo è stato rilasciato.
Behnam Irani, 43 anni, è un cristiano protestante originario di Karaj, circa 20 km a ovest della capitale iraniana. Egli è sposato con Kristina, una cristiana armena, e hanno due figli: Rebecca di 11 anni e Adriel di 5. La conversione è avvenuta nel 1992 e, dicesi anni più tardi, la scelta di diventare pastore e guida di una comunità.

Secondo quanto racconta il presidente di Truth Ministries, Irani è stato arrestato una prima volta nel dicembre 2006 e la seconda volta ad aprile 2010; in entrambi i casi egli è finito sotto processo con l'accusa di "crimini" contro la sicurezza nazionale. Con questo capo di imputazione, prosegue DeMars, finiscono alla sbarra persone che svolgono funzioni religiose in un appartamento privato e quanti compiono proselitismo o "convertono musulmani a Cristo".

Il secondo e definitivo fermo risale al 14 aprile 2010, mentre era in corso una funzione religiosa in una casa di preghiera. Gli uomini del ministero dell'Intelligence della Repubblica islamica lo hanno prelevato, sequestrando al contempo Bibbie, materiale cristiano, dvd e altri oggetti. Rilasciato su cauzione, egli è finito a processo nel gennaio 2011 e condannato per "crimini contro la sicurezza nazionale". Alla pena di un anno, le autorità hanno sommato i cinque anni di pena (sospesa) inflitti nel 2008 in seguito al primo arresto e al primo processo.

Fin dall'inizio della sua prigionia Behnam Irani ha dovuto affrontare diversi problemi fisici e malattie; a questo si aggiungono le percosse subite per tutto il promo anno dalle guardie di sicurezza del carcere. Per questo ha subito un calo drastico della vista, difficoltà di parola e di locomozione. Ulcere e altre malattie ne hanno minato il fisico ma non la resistenza e "con l'aiuto di Dio", conclude DeMars, egli è riuscito a sopravvivere.

In Iran i gruppi protestanti evangelici non godono del riconoscimento dello Stato. Tale riconoscimento è dato alle comunità cristiane cattoliche e ortodosse, oltre a diverse altre minoranze (diverse dall'islam). Esse hanno libertà di culto e di attività sociali verso i loro correligionari, ma è loro vietato il proselitismo. Le comunità protestanti, da questo punto di vista, praticano la loro fede "nell'illegalità", talvolta insieme a pronunciate espressioni di proselitismo. Alcuni amici del pastore Benham avevano espresso il timore che lui potesse essere condannato per apostasia e giustiziato. Ma finora in Iran non è passata alcuna legge sull'apostasia.

Al rilascio del pastore protestante segue la condanna a dieci anni di carcere per un uomo d'affari statunitense di origini iraniane, incarcerato assieme al padre 80enne per "aver collaborato" con il governo "ostile" di Washington. Siamak Namazi, esperto di relazioni internazionali e consulente per diverse aziende, dovrà scontare 10 anni di prigione. In cella anche il padre Baquer Namazi, ex impiegato Unicef ed ex governatore della provincia di Khuzestan prima della Rivoluzione islamica del 1979.

In cella con condanne a 10 anni per "collaborazionismo" con gli Usa sono finite anche altre tre persone: Nezar Zaka, americano di origini libanesi e altre due persone identificate con le sole iniziati di FHA e AA. Secondo la tv di Stato iraniana Zaka avrebbe intrecciato "numerosi e profondi legami" con l'intelligence statunitense e fornito informazioni vitali per la sicurezza nazionale.

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