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sabato 7 giugno 2014

Egitto: stretta contro estremismo, carcere per predicatori non autorizzati

Aki
Giro di vite contro l'estremismo religioso in Egitto. Il presidente uscente Adly Mansour, prima di passare il testimone al neo eletto ex capo delle forze armate Abdel Fattah Mansour, ha messo al bando da moschee e dagli spazi usati come luoghi di culto tutti i predicatori islamici non autorizzati dal governo. Chiaro l'intento di impedire ai Fratelli Musulmani, organizzazione inserita dal governo nella lista nera dei movimenti terroristici, di tornare a radicarsi nelle moschee come negli anni quando era al potere l'ex rais Hosni Mubarak.
La legge - ha spiegato il portavoce del presidente Ihab Badawi - stabilisce che solo il personale del ministero degli Affari Religiosi o gli esperti di Islam che si sono formati presso Al-Azhar, la massima istituzione religiosa del mondo sunniti, potranno guidare la preghiera o insegnare religione. L'autorizzazione - si legge sul sito del quotidiano Ahram - sarà concessa solo dal Grande Imam di Al-Azhar o dal ministro degli Affari Religiosi.

Saranno permesse eccezioni, ma chiunque voglia predicare in una moschea dovrà seguire le regole stabilite dal ministero. Dure le pene previste per chi violerà la legge. L'imam non autorizzato rischia da tre mesi a un anno di carcere e una multa tra 2mila e 5mila euro. La pena è raddoppiata nel caso di reiterazione del reato. Il decreto prevede, inoltre, che solo il personale di Al-Azhar e del ministero degli Affari Religiosi possa indossare abiti religiosi. Anche in questo caso pene dure per chi viola la legge: da un mese a un anno di carcere più una multa.


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