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sabato 13 aprile 2013

Affollamento nelle carceri - Il lavoro dei "saggi": affidamento in prova, pene alternative, depenalizzazione, lavoro

ASCA
Per contribuire al contenimento di un sovraffollamento carcerario ormai insostenibile, i saggi del gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali hanno proposto di “trasformare in pene principali comminabili dal giudice di cognizione alcune delle attuali misure alternative dell’esecuzione, come l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare”.

“Per contribuire al contenimento di un sovraffollamento carcerario ormai insostenibile, si propone:

a) di trasformare in pene principali comminabili dal giudice di cognizione alcune delle attuali misure alternative dell’esecuzione, come l’affidamento in prova e la detenzione domiciliare;

b) un ampio processo di depenalizzazione di condotte che possono essere meglio sanzionate in altra sede;

c) l’introduzione su larga scala di pene alternative alla detenzione;
d) una particolare attenzione va dedicata al tema del lavoro dei detenuti, che riduce drasticamente la recidiva, rende il carcere più vivibile, rispetta la dignità della persona detenuta; per questa ragione occorre una congrua assegnazione di risorse finanziarie”.

Diritti e contenziosi. L’Italia ha aderito alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo ed è sottoposta alla giurisdizione dell’apposita Corte da essa istituita. Comunque, si sottolinea, “il numero delle condanne subite dall’Italia è tra i più alti fra i membri della Convenzione e comporta ingenti sanzioni economiche, pari a 120 milioni di euro nel 2012. Si attira, quindi, l’attenzione del futuro Governo su questo contenzioso, foriero di conseguenze rilevanti per il Paese e in grado di incidere sulla sua immagine”.

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