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lunedì 8 aprile 2013

Dal carcere di Monza i detenuti raccolgono fondi per l'Africa.

BG News
Sono tutti detenuti nel braccio di alta sicurezza di San Quirico, molti in regime di 416bis. Dalle loro mani, dopo aver scritto una lettera ad una suora missionaria, sono arrivati i fondi per la costruzione di un serbatoio d'acqua in Africa, dispensario per la beneficenza svolta dalle Suore del Sacro Cuore.
"Solo il Signore legge nei loro cuori", ha detto qualcuno durante la presentazione dell'iniziativa dei detenuti del Carcere di Monza, giovedì pomeriggio, perché un'iniziativa così, non è di tutti i giorni, a San Quirico. Sei detenuti del braccio di alta sicurezza, fino a qualche tempo fa impiegati nella vetreria del carcere, hanno raccolto qualche migliaia di euro per la costruzione di un serbatoio che raccolga l'acqua piovana nella regione di Kinshasa, in Africa. Una delle aree più povere al mondo, dove solo le mani attente e premurose delle suore, sono riuscite a portare un po' di sollievo alla povertà e alla siccità frequente.
Costrette a comprare acqua per 50 dollari a volta (un'enormità per la moneta locale), le Suore del Sacro Cuore impegnate laggiù, avevano bisogno di un serbatoio. A colmare il gap tra la sete e la missione, sono arrivati i detenuti del 416bis "Erano tutti miei studenti, e le suore di tanto in tanto portavano loro quaderni e penne – racconta Mariuccia Comi, docente all'interno del Carcere di Monza e collaboratrice al progetto Africa – ad un certo punto uno di loro ha voluto incontrare una delle suore del Sacro Cuore e parlando con lei, è nata l'idea di fare qualcosa di buono per chi sta peggio di loro, per chi davvero non ha nulla".
Impegnati a lavorare nella vetreria di San Quirico, appaltata in esterna ad un'azienda, i sei detenuti ad alta sicurezza hanno quindi deciso di devolvere parte dei loro stipendi alla missione in Kinshasa "Per loro è stato un sacrificio economico importante – prosegue Comi – data la presenza di famiglie fuori che con quegli stipendi ci vivono. Ad ogni modo i detenuti sono stati contenti di farlo, sapendo che con l'acqua raccolta nel dispensatore, famiglie intere potranno bere, lavare i bambini, vivere".

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