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lunedì 7 novembre 2016

La parola "amnistia" oggi è un tabù ma è scritta nella Costituzione e va riabilitata

Il Sole 24 Ore
Il Papa chiede "un atto di clemenza" per i carcerati. "In modo speciale, sottopongo alla considerazione delle competenti autorità civili - ha detto Papa Francesco dopo l'Angelus - la possibilità di compiere, in questo Anno Santo della Misericordia, un atto di clemenza verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare di tale provvedimento".


"In occasione dell'odierno Giubileo dei carcerati - ha detto il Papa dopo la preghiera dell'Angelus -, vorrei rivolgere un appello in favore del miglioramento delle condizioni di vita nelle carceri in tutto il mondo, affinché sia rispettata pienamente la dignità umana dei detenuti. Inoltre, desidero ribadire l'importanza di riflettere sulla necessità di una giustizia penale che non sia esclusivamente punitiva, ma aperta alla speranza e alla prospettiva di reinserire il reo nella società. In modo speciale, sottopongo alla considerazione delle competenti autorità civili di ogni Paese la possibilità di compiere, in questo Anno Santo della Misericordia, un atto di clemenza - è l'appello del pontefice - verso quei carcerati che si riterranno idonei a beneficiare di tale provvedimento".
Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, è stato poi presente nella basilica vaticana dove il Papa ha celebrato la messa per il Giubileo dei detenuti. Assieme al ministro anche molti esponenti politici e membri delle organizzazioni che si occupano dei temi relativi al miglioramento delle carceri e della vita dei detenuti.
Tanti palloncini gialli per colorare un grigio e deserto centro di Roma, una marcia per chiedere, nel giorno del Giubileo dei carcerati, un provvedimento di amnistia. Sono state centinaia, inoltre, le persone che hanno partecipato all'iniziativa, partita da carcere di Regina Coeli per arrivare in piazza San Pietro per l'Angelus del Papa. Tante le adesioni, dai radicali all'unione delle Camere penali, alle associazioni come Nessuno tocchi Caino.
"La parola amnistia va riabilitata, è scritta nella Costituzione". Oggi "è negata, è un tabù, si ha paura a pronunciarla perché si è vittima del populismo penale in voga nel nostro paese", hanno spiegato i partecipanti, aggiungendo che "l'amnistia non ha a che fare con un'operazione di clemenza, ma è l'affermazione e il ripristino della legalità". La Marcia per l'Amnistia, la Giustizia e la Libertà è stata intitolata a Marco Pannella e a Papa Francesco.

di Bruno Forte

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