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giovedì 4 marzo 2021

Egitto - Pena di morte - Difensori diritti umani riferiscono 11 esecuzioni per reati comuni, dozzine nel 2020. Confessioni ottenute sotto tortura.

Blog Diritti Umani - Human Rights
Le autorità egiziane hanno messo a morte, martedì mattina, undici detenuti condannati per delitti comuni. I difensori dei diritti umani, riferendo fonti della sicurezza, denunciano dozzine di esecuzioni nel 2020.


Le nuove esecuzioni sono avvenute presso la prigione Borg el-Arab nei pressi di Alessandria, secondo la stessa fonte che specifica che i detenuti uccisi sarebbero stati "condannati per omicidi commessi negli ultimi anni nei governatorati di Alessandria e Beheira" .

Sabato altre cinque persone, tra cui tre donne, sono state uccise a Ismailia, anche loro per delitti comuni.

A dicembre, Amnesty International ha denunciato un incremento preoccupante di esecuzioni in Egitto con l'uccisione di dozzine di detenuti negli ultimi mesi del 2020.

Philip Luther, responsabile della "ONG pour le Moyen-Orient et l'Afrique du Nord", denuncia, oltre all'importante incremento di esecuzioni, che le condanne sono ottenute dopo confessioni ottenute sotto tortura.

Anche Human Rights Watch ha affermato che a ottobre 49 esecuzioni sono avvenute in 10 giorni nello stesso mese e ha chiesto la "fine immediata" delle uccisioni.

L'organizzazione stima che sotto la presidenza di Abdel Fattah al-Sisi, eletto nel 2014, l'Egitto sia diventato uno dei 10 paesi che eseguono più condanne a morte.

Le esecuzioni prendono colpiscono detenuti per reati comuni, ma anche oppositori politici accusati di atti di terrorismo.

Con l'ascesa al potere di Abdel Fattah al-Sisi, si è registrata una crescente repressione che ha colpito tutte le forme di opposizione, islamista o liberale.

ES
Fonte: AFP 

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