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martedì 20 dicembre 2016

Tunisia - Spose bambine - Magistratura autorizza matrimonio di 13enne con suo stupratore. Governo si oppone.

Ansamed
Tunisi - Il ministero tunisino della Donna, della Famiglia e dell'Infanzia ha chiesto l'annullamento di una recente decisione della magistratura che ha autorizzato il matrimonio di una 13enne vittima di uno stupro con l'autore dello stesso. 


Lo ha fatto attraverso un comunicato nel quale esprime la sua preoccupazione dopo aver appreso la notizia del provvedimento emesso dal tribunale di primo grado del Kef, che ha autorizzato appunto il matrimonio di una 13enne stuprata con il suo aggressore, in virtù delle disposizioni derivanti dall'art. 227 bis del codice penale tunisino che statuisce che "il matrimonio dell'autore della violenza sessuale con la vittima dello stesso annulli il reato e gli effetti della condanna". 

Una norma che più volte è stata oggetto di critiche da parte anche di organizzazioni internazionali di difesa dei diritti umani come Amnesty International.

Il ministero tunisino afferma di essersi mobilitato in questo caso "al fine di preservare l'interesse superiore della minore avvalendosi dell'art. 20 del codice di protezione dell'Infanzia.

Il ministero della Donna di Tunisi inoltre precisa di impegnarsi attraverso le sue strutture e quelle di altri ministeri, "a offrire alla vittima l'assistenza psicologica e medica necessaria e ad apportare un aiuto alla sua famiglia al fine di garantire la sua integrazione sociale".

Il ministero richiama infine il parlamento ad accelerare l'iter di approvazione della legge contro la violenza e i maltrattamenti sulle donne e per la parità di genere da lungo tempo in attesa di essere discussa e votata. Essa si compone di 43 articoli divisi in 5 capitoli, e mira a mettere in atto misure efficaci per lottare contro ogni forma di violenza o sopruso basato sul genere. La norma ha l'obiettivo di garantire alla donna il rispetto della dignità e assicurare l'uguaglianza tra i sessi, garantita dalla Costituzione, attraverso un approccio globale basato sulla prevenzione, la punizione dei colpevoli e la protezione delle vittime. La legge punta anche ad eliminare ogni forma di disuguaglianza tra i sessi sul lavoro. Contro la decisione del giudice del Kef l'associazione Femmes et Citoyenneté ha annunciato per oggi una giornata di mobilitazione.

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