“C’è un settore dell’esecuzione penale che si sta pian piano ampliando - ha sottolineato Ferri rivolgendosi ai volontari dell’Associazione - quello delle sanzioni di comunità, ossia delle misure alternative e delle sanzioni sostitutive al carcere. All’interno di questo universo, particolarmente sentita è l’esigenza di sviluppare la sanzione del lavoro di pubblica utilità”.
Su questo fronte, ha assicurato il sottosegretario alla Giustizia, “il Ministero della Giustizia potrà offrire tutto il supporto e la collaborazione che saranno necessari, attraverso gli Uffici di esecuzione penale esterna dell’Amministrazione penitenziaria, che già in molte realtà collabora con voi per le persone ammesse a una misura alternativa”.
Sul terreno delle pene non detentive, ‘si aprirà tra poco tempo un grande spazio di azione e di collaborazione tra i servizi della giustizia e le associazioni come la vostra: la messa alla prova per gli adulti, il lavoro di pubblica utilità, la detenzione presso il domicilio o altro luogo di accoglienza saranno le nuove frontiere su cui dovremo trovare un terreno di maggiore e più stretta collaborazione.
“Devono essere rafforzati e promossi con coraggio percorsi rieducativi alternativi al carcere, attraverso vari servizi dedicati”, ha ammonito Ferri, che ha ricordato, tra gli altri il “Servizio Carcere” e il progetto “Oltre le sbarre”, che propone percorsi educativi personalizzati per il reinserimento dei condannati, ai 300 condannati in misura alternativa, di cui 250 tossicodipendenti attualmente ospiti nelle comunità terapeutiche; o, infine, “Il pungiglione -Villaggio dell’accoglienza”, che finora ha accolto oltre 350 detenuti, di cui quasi un quarto stranieri, e che gestisce il progetto “Rinascere”, finalizzato a costruire nuove possibilità per persone che devono scontare una pena.
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