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mercoledì 15 giugno 2022

Inghilterra - Corte europea dei diritti dell’uomo blocca in extremis il volo che stava deportando i primi 7 rifugiati in Rwanda

Corriere dalla Sera
Sette richiedenti asilo erano già a bordo del Boeing che stava per trasferirli in Africa quando Strasburgo ha comunicato la decisione. Il piano di Boris Johnson per «delocalizzare» i migranti e le proteste.


La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha bloccato questa sera in extremis un aereo che doveva trasferire dal Regno Unito al Ruanda un gruppo di richiedenti asilo, in base a un piano da tempo annunciato dal governo di Boris Johnson

Quest’ultimo intende «delocalizzare» nel Paese africano la gestione dei rifugiati che approdano al di là della Manica; ma le organizzazioni umanitarie si sono sempre opposte a questo piano. Strappando all’ultimo istante una vittoria legale che ora potrebbe avere forti conseguenze. Il volo, al momento sarebbe comunque solo «sospeso».

Lo stop da parte dei giudici di Strasburgo è arrivata quando già il gruppo di migranti (sette in tutto, di varie nazionalità) era già a bordo del Boeing che stava per decollare da una base militare di Boscombe nei pressi di Salisbury. La partenza era prevista perle 22.30 (ora locale) e le speranze di chi stava per subire il trasferimento forzato in Africa sembravano ormai evaporate: la Corte poche ore prima aveva respinto il ricorso di alcuni richiedenti asilo. Inutili anche le proteste del movimento «Stop Deportations» che avevano bloccato alcune uscite all’aeroporto londinese di Heathrow per impedire ad altri migranti di essere imbarcati. Due manifestanti sono stati arrestati dalla polizia britannica. Il ministro degli Esteri Liz Truss ha insistito sul fatto che lo schema è legale e ha un «ottimo rapporto qualità-prezzo».

Poi all’improvviso la situazione si è capovolta. La Cedu ha accolto il ricorso di un cittadino iracheno di 54 anni che aveva chiesto asilo politico a Londra e destinato a essere trasferito in Ruanda: una commissione medica, dopo averlo visitato, aveva confermato che l’uomo aveva subito torture in patria. L’iracheno era arrivato in Gran Bretagna il 17 maggio scorso. La Cedu ha rilevato che è trascorso troppo poco tempo per l’esame della domanda di protezione internazionale .

«Il nostro team legale sta esaminando ogni decisione presa su questo volo e la preparazione per il prossimo volo inizia ora», ha detto il ministro dell’Interno britannico, Priti Patel, Secondo quanto riporta la Bbc, ha definito «sorprendente» che la Corte europea sia intervenuta «nonostante i ripetuti successi ottenuti in precedenza nei tribunali nazionali». «Ho sempre detto che questa politica non sarà facile da attuare e sono delusa dal fatto che i ricorsi legali e le richieste dell’ultimo minuto abbiano impedito al volo di oggi di partire», ha aggiunto il ministro.

Tutti i passeggeri che erano sul volo sono subito stati fatti scendere dopo che la Corte ha notificato la sua decisione. Tra i sette dovrebbero esserci anche persone fuggite da Iran e Vietnam. Il governo di Boris Johnson non sembra però intenzionato ad arrendersi. Lo ha affermato la ministra dell’Interno, Priti Patel, sottolineando che Londra va avanti «imperterrita» sul proprio piano. A questo punto è prevedibile una lunga battaglia legale tra Londra e Strasburgo.

Boris Johnson aveva annunciato il 14 aprile scorso l’accordo sottoscritto con il Ruanda per spedire lì tutti gli immigrati entrati illegalmente nel Regno Unito. «Il Ruanda è uno dei paesi più sicuri e dinamici dell’Africa» aveva dichiarato il premier nell’occasione, proprio mentre il suo governo sottoscriveva con quello di Kigali un piano di cooperazione da 120 milioni di sterline. Quella che attraversa la Manica è diventata d’altra parte una delle rotte più trafficate da parte dei migranti: secondo i dati di Frontex nei primi quattro mesi del 2022 oltre 12.700 sono state le persone sbarcate fuori dalle vie legali, numero di gran lunga superiore a quello registrato su tutte le altre «direttrici» del Mediterraneo.

Claudio Del Frate

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