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venerdì 12 febbraio 2021

L'Ungheria chiude Klubradio, l'ultima radio libera. Continua la soppressione delle voci indipendenti

TgCom24
Klubradio, l'ultima radio libera dell'Ungheria, si spegne definitivamente dalla mezzanotte di domenica 14 febbraio, da quando non avrà più la licenza per andare in onda. La Corte di giustizia di Budapest ha infatti respinto il ricorso dell'emittente contro la decisione dell'Autorità sui media (Nmhh) di toglierle l'autorizzazione a trasmettere. La sua voce, l'unica critica nei confronti del governo di Viktor Orban nel panorama radiofonico, era già stata silenziata qualche mese fa, con motivi subito apparsi pretestuosi.


Il pretesto? - Klubradio non aveva, infatti, notificato in tempo alle autorità governative quanta musica ungherese fosse stata messa in onda nei suoi programmi. Notifica che è obbligatoria per tutte le stazioni. L'infrazione è stata però commessa anche da altri, che non sono stati sanzionati perché, generalmente, del tutto allineati con l'esecutivo di Fidesz.

L'Autorità, per legge, regola l'uso delle frequenze e controlla i contenuti dei media. Klubradio, emittente privata tanto critica quanto ascoltata, aveva già perso le sue frequenze in provincia, e negli ultimi anni poteva trasmettere solo a Budapest.

"Me l'aspettavo ma si tratta comunque di una decisione vergognosa e codarda", ha commentato il direttore e proprietario Andras Arato, secondo il quale non è altro che "un'esecuzione", attraverso la quale "Orban fa tacere l'ultima radio libera del Paese".

"Un altro colpo contro il pluralismo dei media: in Ungheria e' in corso la soppressione sistematica delle voci indipendenti", e' stato poi il commento di Katalin Cseh europarlamentare liberale. Il ricorso alla Corte era l'ultima speranza, nella lotta per la sopravvivenza di Klubradio. E la sentenza è stata motivata con una sola frase: "La radio aveva infranto l'obbligo di notifica".

Il ruolo dell'Europa - Arato, comunque, vuole continuare la battaglia giuridica, facendo appello e poi ricorso anche alla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo, e alla Corte europea di Lussemburgo, riferendosi al recente regolamento sullo stato di diritto.

Nel Consiglio Ue, dal 2018, è in atto nei confronti dell'Ungheria una procedura per violazioni gravi dei valori dichiarati nel trattato sull'Ue, la procedura dell'articolo 7: fra le contestazioni che si muovono a Budapest c'è anche la soppressione della liberta' di stampa.

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