Attualmente sull’isola greca, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), ci sarebbero 4.521 profughi

Condizioni disumane. Attualmente sull’isola di Lesbo, secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), ci sarebbero 4.521 profughi, in gran parte trattenuti nell’hotspot di Moria, ovvero un centro d’identificazione e registrazione per i migranti irregolari. Qui vivono, in condizioni igienico-sanitarie più che precarie, quelli arrivati dopo l’entrata in vigore dell’accordo tra Unione europea e Turchia nel marzo del 2016. Da qualche settimana gli arrivi dal Paese di Erdogan sono aumentati, e i minori non accompagnati sarebbero 45.
Bloccati per mesi. Le persone arrivano a Moira pensando che prenderanno un aereo o un traghetto per raggiungere le famiglie in qualche altro Paese europeo ma poi finiscono per restare bloccate per mesi, aspettando che la propria domanda di asilo, di ricollocamento (relocation) o di ricongiungimento familiare venga valutata dalle autorità. "Più di seimila stipati in tende e container dove dovrebbero starcene 3 mila. Il mare di Lesbo è sempre stupendo, ma vi assicuro che visto da qui ha perso completamente di importanza per me. O meglio: è diventato un mare nero", si legge nel reportage di Allegra Salvini per Repubblica Firenze.
Gli effetti della "politica di contenimento". Il divieto per i richiedenti asilo di viaggiare fuori dai cinque grandi CIE a cielo aperto del mar Egeo (Lesbo, Chio, Samo, Leros e Kos), frutto della controversa "politica di contenimento" dell'Unione Europea, sta insomma creando tensioni crescenti. Distribuite su una collina, le tende a forma di scatola di scarpe sembrano porre la stessa domanda: quando finirà?
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.