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lunedì 8 giugno 2020

Malta resta la vergogna d'Europa - Migranti respinti in Libia o lasciati morire in mare e corruzione

L'Espresso
A quasi tre anni dalla morte della giornalista Daphne Caruana Galizia, le riforme promesse dal governo ancora non si vedono. E il premier Abela è già in difficoltà, tra nuovi scandali e le imbarazzanti rivelazioni sul mancato soccorso dei barconi provenienti dalla Libia.


I migranti respinti in Libia e quelli morti in mare. I rapporti ambigui con la Cina. Gli intrecci tra criminalità, politica e giustizia. Il nuovo che avanza a Malta appare sempre più simile a quel passato di malaffare e corruzione che il nuovo governo dell'isola, in carica dall'inizio dell'anno, afferma di voler cancellare.
 


Per capire se qualcosa sta davvero cambiando nello Stato più piccolo dell'Unione Europea, un Paese in posizione strategica di fonte alle coste africane, da sempre crocevia nei traffici di armi, denaro e uomini, conviene partire da una notizia di una ventina di giorni fa, passata inosservata in Italia. 

Charles Mercieca, un giovane avvocato in forze all'ufficio del procuratore generale di Malta, ha rassegnato le dimissioni per passare al pool di difesa di Yorgen Fenech, l'uomo d'affari sotto processo come mandante dell'omicidio della giornalista Daphne Caruana Galizia, uccisa da un'auto bomba il 16 ottobre del 2017.

Vittorio Malagutti

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