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venerdì 18 agosto 2017

Migranti ambientali, una realtà ‘sommersa’ e poco studiata che cresce rapidamente

L'Indro
Dove confluiscono ambiente, sviluppo e migrazione? Un fenomeno poco discusso e studiato da tempo, destinato a crescere rapidamente.


Poco più di un mese fa, al G20 di Amburgo, il premier Paolo Gentiloni ha richiamato la consapevolezza della distinzione tra rifugiati e migranti ‘economici’, laddove la linea di scrimine rimanda a una realtà socio-politica, a povertà diffusa e conflitti, a storie personali, tutte cause prime – o ultime – della partenza da un paese terzo verso l’Europa. La complessità delle cause, però, rimane.

Le categorie alle quali si ricorre, a dispetto del distinguo caro al Presidente francese Emmanuel Macron, sono sfumate e non sembrano aiutare nel dare un’idea dei fattori di mobilità che interessano migliaia di persone richiedenti la tutela internazionale o la cittadinanza all’interno dell’Unione Europea. Al summit tedesco, le due maggiori defezioni hanno interessato la lotta al traffico di esseri umani, peraltro definita prioritaria dal Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk nelle osservazioni preliminari, e un’apertura solidale – auspicata, ma disattesa – degli Stati membri verso l’Italia sulla questione migratoria; mentre l’agenda sul clima, malgrado l’irreversibilità dichiarata dell’Accordo di Parigi, non ha comportato significative prese di posizione dopo l’abbandono degli USA, che sono anche riusciti a inserire nelle conclusioni la clausola sui combustibili fossili.

In proposito, è interessante notare come due aspetti, la crisi migratoria e il mutamento climatico, siano trattati distintamente e come si eviti – quasi si trattasse di un azzardo – il collegamento tra questi fenomeni. Il fattore ambientale, inteso in senso ampio, è forse il più potente motore attuale di mobilità e potrebbe risultare difficile qualificare come ‘infondati’ o ‘insufficienti’, rispetto alle condizioni che soddisfano una domanda di protezione internazionale, i motivi che hanno spinto a fuggire da contesti che non permettono, per varie circostanze, di sopravvivere. Fattore umano e ambientale si intersecano, perché il dato geografico e quello ambientale sono stati condizionati, soprattutto nel corso del XX Secolo, dalle attività antropiche e dai conflitti di potere ad esse inerenti.

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