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giovedì 4 agosto 2016

Reporter ad Aleppo scoppia a piangere quando parla della situazione dei bambini

SIR
Un giornalista siriano scoppia in lacrime in diretta televisiva, durante il suo reportage per l'emittente araba "Al Jazeera", mentre parla dei bambini che muoiono di fame ad

Aleppo. "Il cinico non è adatto a questo mestiere", diceva il grande reporter polacco Riszard Kapuscinski. 

Il video dell'intervista
E' bella questa testimonianza perché oggi il rischio che gli occhi dei giornalisti (e dei lettori e telespettatori) si prosciughino anche di lacrime è alto. Bisogna provare empatia, umanità, partecipare alle storie che si ha il privilegio di incontrare, usare i sentimenti e l'intuizione, oltre all'intelletto. Altrimenti la descrizione del presente diventa arida e distante, rende numeri i volti, conduce all'indifferenza e all'anestesia i cuori. E scegliere di stare dalla parte dei più deboli.

Un giornalista siriano scoppia in lacrime in diretta televisiva, durante il suo reportage per l’emittente araba “Al Jazeera”, mentre parla dei bambini che muoiono di fame ad Aleppo . “Si dice e si ripete che bisogna riportare ciò che accade in Siria con oggettività”, dice al microfono Milad Fadel, mentre descrive la sofferenza del suo popolo ad Aleppo est, sotto assedio da quasi un mese, con le forze di Bashar al-Assad che impediscono l’arrivo degli aiuti umanitari, “ma di fronte a questo disastro umanitario non possiamo far altro che sostenere questi neonati e bambini che vivono sotto assedio, che non hanno più nulla da mangiare. Non si può non stare dalla parte di queste 300mila persone che cercano delle semplici cure mediche e corridoi umanitari. Non possiamo fare altro che sperare di non rivedere ciò che abbiamo visto a Madaya e a Ghouta. Dei bambini affamati che muoiono di fame”.

Ripensando alle immagini di quei bambini, Milal Fadel non ce la fa a trattenere le lacrime; ma perché dovrebbe? Fa notizia ciò che non dovrebbe fare notizia.

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