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giovedì 3 settembre 2015

Le rotte dell’immigrazione: la porta d’ingresso non è più (solo) l’Italia

Likiesta
Profughi e migranti battono nuove strade per raggiungere l’Europa, evitando l’inferno degli sbarchi dalle coste della Libia. Solo nel mese di luglio 2015 più di 107mila migranti hanno attraversato i confini europei, il triplo rispetto allo stesso mese del 2014, e ben oltre i 70mila ingressi registrati a giugno. 

Arrivi di immigrati
sull'isola di Lesbo - Grecia
Ma al di là dei numeri record, quello che cambia è il percorso per raggiungere la “fortezza Europa”. Al centro dell’emergenza non c‘è più l’Italia. Crescono, come ci raccontano le notizie che arrivano dal confine macedone, la rotta orientale del Mediterraneo e quella dei Balcani. Secondo i dati dell’agenzia europea Frontex, tra gennaio e luglio i migranti che sono arrivati sulle coste europee dalla Turchia superano la soglia dei 132mila, mentre quelli che hanno attraversato la tratta balcanica sono stati oltre 102mila. Nello stesso periodo, i migranti che hanno percorso la rotta del Mediterraneo centrale dalla Libia sono stati poco più di 91mila.

«La mappa degli ingressi irregolari è sostanzialmente cambiata», spiega uno studio della Fondazione Leone Moressa. Se nel 2014 il 60% degli ingressi irregolari avveniva attraverso il Mediterraneo centrale, cioè sulle coste italiane, nei primi sei mesi del 2015 la via che parte dal Nord Africa per raggiungere l’Italia rappresenta solo il 30% sul totale degli arrivi. Le vie di ingresso principali sono Grecia, Bulgaria e Cipro, che superano il 35% degli ingressi. A seguire la frontiera dei Balcani occidentali, soprattutto verso l’Ungheria, in cui il flusso è raddoppiato dal 15 al 30 per cento: da questa porta a giugno 2015 sono passati già oltre 67mila migranti, mentre in tutto il 2014 gli ingressi erano stati circa 43mila.

Nel mese di luglio, il maggior numero di profughi, circa 50mila, è stato registrato nel mar Egeo, soprattutto tra le isole greche di Lesbo, Chios, Samos e Kos. Nei Balcani se ne sono contati quasi 35mila. In Italia si sono registrati circa 20mila arrivi, per un totale di 90mila dall’inizio del 2015.

Dietro ciascuna rotta ci sono nazionalità specifiche. A spostarsi dalla porte europea orientale sono soprattutto profughi siriani e afghani. Oltre 78mila siriani sono partiti dalle coste turche nei primi sei mesi del 2015 per raggiungere la Grecia. Nella stessa tratta gli afghani sono stati oltre 32mila. Nella tratta balcanica gli afghani sono stati poco più di 29mila, i siriani circa 28mila. Sulla tratta del Mediterraneo centrale, invece, a imbarcarsi su pescherecci e gommoni dalle coste libiche in nove casi su dieci sono africani, eritrei e nigeriani in primis. Due rotte parallele battute dai profughi che scappano da guerre, regimi militari e persecuzioni. Con prezzi da pagare e rischi differenti. A Sud, nel Mediterraneo centrale, si chiedono “biglietti” meno costosi per viaggi ad alto rischio; a Est la maggiore sicurezza del viaggio si traduce in introiti più alti per i trafficanti.

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