Numeri drammatici, che indicano nel 2014 un anno terribile per la persecuzione dei cristiani in tutto il mondo: 4.344 quelli uccisi, una cifra che nell'ultimo biennio, complice la nascita dello Stato Islamico in Siria e Iraq e dei terroristi di Boko Haram in parte dell'Africa, è quadruplicata. Le chiese attaccate, bruciate, distrutte, risultano almeno 1.062. Sono i dati forniti nell'ultimo rapporto della Ong protestante Open Doors.

I primi dieci Paesi dove i cristiani hanno subito violenza, sono a maggioranza islamica: dopo la Corea del Nord figurano infatti nella lista Somalia, Iraq, Siria, Afghanistan, Sudan, Iran, Pakistan, Eritrea, Nigeria. L'entrata di altri tre stati africani (Sudan, Eritrea e Nigeria) nella top 10 è segno che l'Africa è uno scenario centrale. Ci sono poi tre new entry nella lista complessiva: Messico, Turchia e Azerbaijan.
Nel 2014, i paesi dove i cristiani hanno sperimentato maggiore violenza sono stati in questo ordine: Nigeria, Iraq, Siria, Repubblica Centrafricana, Sudan, Pakistan, Egitto, Myanmar, Messico e Kenya.
L'estremismo islamico, evidenzia Open Doors, che si conferma come fonte principale di persecuzione, ha due centri di gravità globali: uno nel Medio Oriente arabo e l'altro nell'Africa subsahariana e, persino, in stati a maggioranza cristiana i credenti stanno sperimentando un livello senza precedenti di esclusione, discriminazione e violenza.
Il rapporto della Ong sottolinea infine l'imponente fenomeno dei rifugiati/profughi in fuga da Paesi come Siria, Iraq, ma anche Nigeria e altri paesi africani, un movimento che sta cambiando la geografia cristiana del mondo.
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