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domenica 23 gennaio 2022

Afghanistan, sprofonda nella povertà estrema. La fine delle bambine: figlie cedute in cambio di cibo

Corriere della Sera
In un Paese dove la metà della popolazione è così povera da non avere i beni di prima necessità, le famiglie le vendono per matrimoni. In cambio di cibo. Storia di Benazir e delle sue sorelle, cedute per 2 mila dollari. Il prezzo medio per una sposa bambina

30 novembre 2021, campo di Bagrami, vicino a Kabul.
Fatima, 13 anni, si è sposata un mese e mezzo fa. Suo padre, Wali Khan,
che ha 4 mogli e 15 figli, l’ha venduta per 400.000 afghani (foto di Véronique De Viguerie)

Schiva, con lunghe ciocche di capelli color ruggine tinti con l'henné, Benazir, accoccolata sul ciglio della strada, stringe nel palmo della mano una manciata di ghiaia. Quando le viene chiesto se sa di essere stata promessa in sposa, guarda a terra e affonda la testa tra le ginocchia. 

Nessuno ha spiegato a Benazir cosa le accadrà. "È troppo giovane per capire", spiega alla Nbc suo padre, venditore ambulante di Shaidai, un villaggio nel deserto, ai margini delle montagne di Herat, nell'Afghanistan occidentale. Benazir ha 8 anni. Ed è stata venduta per duemila dollari. Il prezzo medio per una sposa bambina in Afghanistan.

Dicembre 2021: Madina, 9 anni. Sua madre, vedova, l’ha venduta quando ne aveva 6.
Da suo marito si rifiutava di mangiare. Così è stata restituita alla madre,
che dovrà però rendere i soldi per poterla tenere

Parwana Malik ha nove anni. L'uomo che l'ha comprata racconta alla Cnn di avere 55 anni, ma per Parwana è solo "un vecchio" che la picchierà e la costringerà a lavorare nella sua casa. I suoi genitori affermano di non avere avuto scelta: vivevano in un campo di sfollati nella provincia nordoccidentale di Badghis, sfamandosi solo grazie agli aiuti umanitari e a lavori umili con una paga da pochi dollari al giorno.
[...]
Magul, un'altra bambina di 10 anni della provincia di Ghor, piange ogni giorno al pensiero di essere venduta a un uomo di 70 anni. I suoi genitori hanno preso in prestito 200 mila afghani da un abitante del loro villaggio, ma senza un lavoro non possono saldare il debito. Il creditore ha trascinato il padre di Magul, Ibrahim, in una prigione talebana, minacciando di farlo incarcerare. "Non so cosa fare", si dispera Ibrahim. "Anche se non gli do le mie figlie, le prenderà". "Davvero non lo voglio. Se mi fanno andare, mi uccido", singhiozza Magul, seduta sul pavimento della sua casa. "Non voglio lasciare i miei genitori".

Il commercio comincia quando sono ancora in fasce - "Abbiamo ricevuto rapporti credibili di famiglie che offrono figlie di appena 20 giorni per un futuro matrimonio in cambio di una dote". [...]
La ong e il "badalè", matrimonio basato sullo scambio - "Le nozze forzate in Afghanistan possono assumere forme diverse", spiega a 7 il program manager di Hawca, ong afghana che collabora con l'italiana Cospe, e che chiede di restare anonimo per motivi di sicurezza. "Nella cultura pashtun il badalè un matrimonio basato sullo scambio, in cui due famiglie si mettono d'accordo per dare in sposa una figlia a un uomo dell'altro gruppo, appianando così i costi della dote.

Il baad è invece un matrimonio compensatorio, nel senso che una donna di una famiglia viene data all'altra per riparare un torto subìto da questa seconda famiglia. Il baad teoricamente è vietato dalla legge, ma non si ha notizia di persone denunciate o di processi istruiti per questa pratica. In una società fortemente dominata dagli uomini, una cosa sono le leggi scritte, un'altra le consuetudini che ostacolano l'applicazione della legge. 

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