Miklòs Haraszti, il referente ONU per il monitoraggio dei diritti umani in Bielorussia, in carica dal 2012, ha presentato all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite un report sulla tutela dei diritti umani nel Paese.
Il documento, illustrato giovedì 26 ottobre, nasce a seguito degli arresti di massa avvenuti in Bielorussia il 25 marzo 2017, quando, a Minsk, il corpo di Polizia bielorusso ha arrestato centinaia di cittadini durante una protesta contro la cosiddetta tassa “anti-parassiti”. Tale tassa imponeva il pagamento di circa 230 dollari a coloro che risultavano disoccupati per un periodo di sei mesi.
Durante gli oltre venti anni di Lukashenko al potere, ha spiegato il funzionario, il rispetto dei diritti umani in Bielorussia è gradualmente diminuito, culminando nel ritorno all’oppressione degli oppositori politici.
Durante gli oltre venti anni di Lukashenko al potere, ha spiegato il funzionario, il rispetto dei diritti umani in Bielorussia è gradualmente diminuito, culminando nel ritorno all’oppressione degli oppositori politici.
Nel suo report, il funzionario ONU ha confermatola condotta oppressiva delle forze dell’ordine bielorusse nei confronti di chi manifesta contro le politiche di Lukashenko. In riferimento al capo di Stato, il funzionario ONU ha dichiarato: “Il rispetto dei diritti umani è peggiorato a causa della persistenza di una struttura del Paese realizzata al fine di proteggere e consolidare il suo potere. Il risultato è la situazione disastrosa in materia di diritti umani che abbiamo oggi”.
Haraszti, dopo aver ricordato che la Bielorussia è l’unico Paese, oltre agli Stati Uniti, ad aver mantenuto la pena di morte nell’emisfero settentrionale, ha affermato che la permanenza di tale pena nell’ordinamento bielorusso rappresenta un ulteriore motivo di paura per i cittadini.
Haraszti, dopo aver ricordato che la Bielorussia è l’unico Paese, oltre agli Stati Uniti, ad aver mantenuto la pena di morte nell’emisfero settentrionale, ha affermato che la permanenza di tale pena nell’ordinamento bielorusso rappresenta un ulteriore motivo di paura per i cittadini.
Temendo di poter essere condannati a morte, i cittadini bielorussi non si sentono liberi di esprimere liberamente il proprio orientamento politico. Il delegato ONU ha aggiunto che, anche nel caso in cui gli oppositori venissero condannati a un periodo di detenzione per aver manifestato contro il presidente, si tratterebbe ugualmente di una violazione dei diritti umani basilari.
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