Una lettera per far rilasciare Liu Via - 50 scrittori internazionali chiedono la sua libertà
Liu Xia |
Liu Xia, poetessa, pittrice e fotografa cinese, moglie di Liu Xiaobo - attivista Premio Nobel per la Pace deceduto lo scorso 13 luglio dopo anni di detenzione a seguito della sua lotta per i diritti umani - anche dopo la morte del marito continua a essere costretta a vivere sotto arresto senza aver compiuto nessun crimine. L’ultima volta che è stata vista in pubblico è stato per partecipare alla cerimonia funebre di Liu.
Non è chiaro dove Liu Xia stia attualmente vivendo, probabilmente a casa di un amico a Pechino; le autorità cinesi sostengono che la donna sia in stato di piena libertà, ma sembrerebbe invece che sia isolata e controllata. In un video di poco più di un minuto postato su Youtube a fine agosto, Liu Xia dichiara “concedete al mio cuore il tempo di piangere e un giorno, quando la mia salute sarà migliorata, sarò in grado di affrontarvi di nuovo”. L’agenzia di stampa britannica Reuters tuttavia non è stata in grado di verificare dove si trovasse al momento del filmato e se la dichiarazione fosse o meno una sua libera scelta. Quello che è certo è che la donna vive in una condizione di salute difficile e di profonda depressione, lontano dai propri cari, tanto da avere paura - come lei stessa ha affermato - che il governo cinese usi il suo stato come pretesto per dichiararla insana di mente.
Questa infelice situazione ha spinto oltre 50 scrittori di fama internazionale a indirizzare una lettera al Presidente cinese Xi Jinping - appellandosi alla sua coscienza - nella quale si chiede il rilascio della moglie del dissidente: un gesto forte e di grande commozione. Nella lettera aperta redatta da PEN America - rivista letteraria annuale in difesa della libera espressione pubblicata dal PEN American Center di New York - il gruppo di intellettuali chiede il rilascio di Liu Xia in nome non solo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata dalla Cina, ma anche della stessa costituzione cinese che prevede libertà di parola e altri diritti affini.
“Liu Xia vive una profonda sofferenza da molti anni solo per il fatto di essere la moglie di un uomo che la Cina ha considerato un dissidente, in una situazione di detenzione in isolamento de facto - senza contatti col mondo senza poter decidere liberamente con chi parlare, dove viaggiare”.
Gli autori aggiungono inoltre che la loro richiesta di rilascio si unisce alle voci della U.N High Commissioner of Human Rights, della Norvegian Nobel Committee, del Segretario di Stato statunitense Rex Tillerson e dell’Ambasciata Tedesca in Cina.
Non è chiaro dove Liu Xia stia attualmente vivendo, probabilmente a casa di un amico a Pechino; le autorità cinesi sostengono che la donna sia in stato di piena libertà, ma sembrerebbe invece che sia isolata e controllata. In un video di poco più di un minuto postato su Youtube a fine agosto, Liu Xia dichiara “concedete al mio cuore il tempo di piangere e un giorno, quando la mia salute sarà migliorata, sarò in grado di affrontarvi di nuovo”. L’agenzia di stampa britannica Reuters tuttavia non è stata in grado di verificare dove si trovasse al momento del filmato e se la dichiarazione fosse o meno una sua libera scelta. Quello che è certo è che la donna vive in una condizione di salute difficile e di profonda depressione, lontano dai propri cari, tanto da avere paura - come lei stessa ha affermato - che il governo cinese usi il suo stato come pretesto per dichiararla insana di mente.
Questa infelice situazione ha spinto oltre 50 scrittori di fama internazionale a indirizzare una lettera al Presidente cinese Xi Jinping - appellandosi alla sua coscienza - nella quale si chiede il rilascio della moglie del dissidente: un gesto forte e di grande commozione. Nella lettera aperta redatta da PEN America - rivista letteraria annuale in difesa della libera espressione pubblicata dal PEN American Center di New York - il gruppo di intellettuali chiede il rilascio di Liu Xia in nome non solo della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani firmata dalla Cina, ma anche della stessa costituzione cinese che prevede libertà di parola e altri diritti affini.
“Liu Xia vive una profonda sofferenza da molti anni solo per il fatto di essere la moglie di un uomo che la Cina ha considerato un dissidente, in una situazione di detenzione in isolamento de facto - senza contatti col mondo senza poter decidere liberamente con chi parlare, dove viaggiare”.
Gli autori aggiungono inoltre che la loro richiesta di rilascio si unisce alle voci della U.N High Commissioner of Human Rights, della Norvegian Nobel Committee, del Segretario di Stato statunitense Rex Tillerson e dell’Ambasciata Tedesca in Cina.
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